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Nonwovens di Mozzate verso la chiusura, 92 posti di lavoro a rischio

L'annuncio della volontà di chiudere è stato pubblicato il 10 gennaio sul sito del gruppo finlandese. L'aumento della concorrenza e dei costi energetici sarebbero all'origine della decisione

Generico 09 Jan 2023

Stop alla produzione entro giugno 2023. È questo l’obiettivo della trattativa sindacale avviata dal gruppo finlandese Souminen per chiudere definitivamente lo stabilimento produttivo Nonwovens di Mozzate, in provincia di Como, a confine con il Varesotto. L’annuncio shock è stato pubblicato martedì 10 gennaio sul sito dell’azienda, in concomitanza con la convocazione della rappresentanza sindacale unitaria aziendale.

L’azienda mozzatese si occupa della fabbricazione di tessuti non tessuti ed è di proprietà della Souminen. Il gruppo finlandese ha otto siti produttivi in tutto il mondo, sparsi tra Italia, Finlandia, Spagna, Stati Uniti e Brasile. In Italia i siti sono due: a Cressa, in provincia di Novara, con 72 dipendenti e a Mozzate, dove tra la parte commerciale e quella delle due linee produttive attive, vengono impiegate 92 persone. 

Nel comunicato pubblicato sul sito dell’azienda, Klaus Korhonen, presidente e CEO ad interim ha spiegato: “Dalla normalizzazione dell’aumento della domanda indotto dal Covid, la concorrenza nel mercato europeo delle salviette non tessuto è aumentata in modo significativo, trainata principalmente dalle importazioni dalla Turchia e dalla Cina. Questo è il caso soprattutto dei tradizionali prodotti in fibra mista. Allo stesso tempo, i costi energetici in Italia sono aumentati a livelli record. Questi due fattori combinati hanno creato enormi sfide per la competitività dei costi del nostro stabilimento di Mozzate”.

Generico 09 Jan 2023

Confindustria Como ha convocato per giovedì 12 gennaio le organizzazioni sindacali, alla quale seguirà un’assemblea generale con tutti i lavoratori convocata dai sindacati. «Sembra che non vogliano cessare la parte commerciale, mentre chiuderebbe quella produttiva, ma il nostro timore è che in un secondo tempo chiuda tutto definitivamente – spiega Sandro Estelli di Cgil Como –. Le modalità con cui è stata resa nota la volontà di cessare l’attività non sono assolutamente condivisibili. Comunicarlo sul sito dell’azienda è poco rispettoso delle persone che lavorano lì dentro, alcune anche da 25-30 anni. Molti lavoratori lo hanno appreso dai giornali».

Il gruppo finlandese ha reso noto che gli impatti finanziari previsti della potenziale chiusura sono di circa 9 milioni di euro di costi una tantum per cassa nel 2023-24 costituiti principalmente da indennità di licenziamento, smantellamento delle linee di produzione e ripristino degli immobili in locazione.

«Il nostro obiettivo è quello di tentate di rallentare la chiusura e di tenere le linee produttive aperte – conclude il sindacalista Estelli-. Il gruppo ha anche uno stabilimento in provincia di Novara. Chiederemo che i lavoratori vengano ricollocati presso l’altro stabilimento che rimarrà aperto». 

Valentina Rizzo
valentina.rizzo@varesenews.it
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Pubblicato il 11 Gennaio 2023
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