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Approvata dal Consiglio la relazione sulla salute mentale nelle carceri lombarde

Paola Bocci, Presidente Commissione speciale Carceri: “Ora disponiamo di un prezioso strumento conoscitivo. Subito azioni concrete per alleviare il disagio della condizione carceraria”

Il disagio psichico è la forma più diffusa di malattia di cui soffrono i detenuti italiani. Oltre il 40% di tutte le patologie riscontrate nella popolazione carceraria sono di natura psicologica o psichiatrica. Il risultato più evidente di questo vasto e profondo disagio sono i suicidi e gli atti di autolesionismo: nel 2020 sono stati 16 (su un dato nazionale di 62) i detenuti nelle strutture detentive lombarde che si sono tolti la vita, di essi l’80% aveva età compresa tra i 20 e i 45 anni.

Per quanto riguarda gli atti di autolesionismo non sono stati resi disponibili dal Ministero di Giustizia i dati 2020 a livello regionale, ma solo quelli delle case circondariali di Busto (147 episodi), San Vittore (407), Monza (81) e Como (105). A seguito della pandemia entrambi i fenomeni sono in netta crescita: nei soli primi 8 mesi del 2022 i suicidi nelle carceri lombarde erano già 17. Quasi tutti i detenuti deceduti erano costretti in istituti di pena sovraffollati, carenti di servizi di supporto psicologico e privati della possibilità di lavorare.

Questi sono alcuni dei drammatici dati che emergono dalla Relazione conclusiva della Commissione speciale carceri su “Salute mentale e carceri” approvata all’unanimità tramite un apposito ordine del giorno dal Consiglio regionale. Nella discussione sono intervenuti i consiglieri Federica Epis (Lega), Ruggero Invernizzi (Forza Italia), Fabio Pizzul (PD).

«Oggi – ha commentato la presidente della commissione Paola Bocci (PD), relatrice del provvedimento – concludiamo un lungo lavoro che ha impegnato la commissione per un anno e mezzo con audizioni di tutti gli stakeholders interessati e visite in alcuni istituti di pena. Ringrazio dunque chi mi ha preceduto alla presidenza, i dirigenti e funzionari del Consiglio e della Giunta che hanno supportato con dedizione e intelligenza il lavoro dei commissari. La relazione ha il pregio di focalizzare le maggiori criticità emerse in questo percorso e indica le linee guida su cui intervenire per prevenire il rischio suicidario tra la popolazione carceraria. Auspico – ha concluso Bocci – che si metta mano rapidamente alle misure di competenza regionale dando piena attuazione alla DGR 6652 del luglio scorso e ai piani locali di prevenzione per limitare questo drammatico fenomeno».

Tra le criticità evidenziate dalla relazione, si segnalano il sovraffollamento degli istituti fino a al 50% oltre la capienza massima consentita, le carenze di personale specializzato nel supporto psicologico, le liste di attesa di oltre 2 mesi per accedere alla REMS di Castiglione delle Stiviere (l’unica operativa in regione), le difficoltà ad accedere ad attività lavorative durante la detenzione, la mancanza di percorsi di inserimento lavorativo dopo la scarcerazione, la carenza di formazione specifica del personale di sorveglianza, la quasi totale mancanza di operatrici dedicate alla popolazione carceraria femminile.

La citata DGR 6652 prevede la definizione di piani locali di prevenzione in stretto coordinamento tra le ATS, le ASST e le direzioni dei singoli istituti di detenzione. In particolare i Servizi per le Dipendenze delle ASST intervengono nelle carceri per la cura dei detenuti assuntori di sostanze psicotrope mentre i Servizi di Psichiatria sono preposti a gestire centri diurni di ascolto all’interno dei singoli istituti. I detenuti particolarmente a rischio o affetti da patologie acute vengono avviati alla REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere.

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
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Pubblicato il 20 Dicembre 2022
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