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Intervista alle Tre e un quarto dopo il ritiro da Reazione a Catena: “Ci fermano per strada, è un orgoglio”

Carolina Iadanza è una delle studentesse 23enni che ha vinto per 23 volte alla trasmissione televisiva di RaiUno. Ci racconta il dietro le quinte, la scelta di lasciare il programma, come ci si allena e tanti altri aneddoti su questa avventura che ha fruttato 230 mila euro

tre e un quarto

Sono arrivate a 23 puntate di fila in onda, raggiungendo un record che nessuno prima aveva mai nemmeno sfiorato. Sono le “Tre e un quarto”, campionesse della trasmissione televisiva in onda ogni sera su Rai Uno, Reazione a Catena, uno dei programmi più seguiti della striscia preserale.

La sorpresa dell’ultima puntata non è stata tanto la loro ennesima vittoria, quanto la comunicazione della loro uscita dal programma. Ci racconta come è andata una di loro, Carolina Iadanza, nata e cresciuta a Lonate Ceppino, 23 anni come le sue amiche Elisa Ferrazzano di Venegono Inferiore e Letizia Bianchini di Cislago.

«Non potevamo dire niente prima, abbiamo “staccato” per l’Università di Letizia: frequenta il Politecnico e ha l’obbligo di frequenza per buona parte dei corsi che segue. Abbiamo cominciato a registrare a settembre, lei ha già sforato le assenze che poteva permettersi: fa parte dell’Alta Scuola Politecnica che richiede standard di presenza e valutazioni di un certo livello, non potevamo rischiare di farle perdere questa occasione. Abbiamo rinunciato alle puntate, ma siamo soddisfatte così», racconta Carolina. Fine dei giochi quindi? Come ha detto in trasmissione il conduttore Marco Liorni, ci saranno delle sorprese in futuro, ma la giovane studentessa non può sbottanarsi: «Diciamo che c’è una finestrella aperta».

Compagne di liceo al Curie di Tradate, ognuna ha scelto una strada diversa. Elisa è laureata in Ingegneria Meccanica e prosegue gli studi sempre in Meccanica per conseguire laurea Magistrale, Carolina si è laureata in Ingegneria Biomedica e ora studia per ottenere la doppia laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica e in Materiali e nano tecnologie.

Da dove arriva il vostro nome?

«Il nome scelto, “Le 3 e un quarto” è stato deciso insieme agli autori. Noi avevamo pensato a “Le 4 meno un quarto”, ma per motivi di grafica è stato scelto l’altro. La quarta è Giulia, altra amica del liceo, che non era in trasmissione ma era con noi».

Come è cominciata questa avventura?

«Seguiamo il programma in famiglia, da tanti anni, ognuno per conto suo. Parlando tra di noi in una delle serate insieme abbiamo scoperto che tutte e tre avevamo la stessa passione, abbiamo provato a giocare a casa: riuscivamo piuttosto bene e abbiamo deciso di mandare la candidatura nel 2019. Non ci ha risposto nessuno, poi c’è stato il Covid, l’Università e a febbraio di quest’anno ci abbiamo riprovato, dopo aver visto un messaggio sul profilo Instagram della Rai che rilanciava la richiesta delle candidature. Mi hanno chiamato da Milano per fare il provino questa estate: è successo tutto così, all’improvviso, non ce lo aspettavamo. Siamo andate a Napoli per registrare la prima puntata e sapevamo che i nostri avversari erano forti, li abbiamo visti mentre registravano, eravamo pronte a tornare a casa, ma abbiamo vinto e da lì ci siamo caricate. La nostra preoccupazione principale era fare bella figura, anche solo per una puntata: ci siamo riuscite».

Ci si allena per un gioco del genere?

«C’è un’intesa naturale, che arriva dalla conoscenza e dalla nostra frequentazione. Ma ci siamo dovute allenare tanto. Abbiamo catalogato una serie di parole proposte anche nelle scorse edizioni del programma, per ogni parola pensavamo ad una possibile definizione, poi abbiamo inserito le parole in un generatore casuale elaborato da Letizia. Ma anche quando uscivamo la la sera ci siamo tenute in allenamento: vedevamo cose e cercavamo di trovare definizioni. Poi bisogna giocare sugli errori degli avversari, su sinonimi e contrari e sulle esperienze delle compagne di squadra. Per le catene ci concentriamo sulla parola e sui suoi molteplici significati, ognuna dà un input, un’idea e si sfruttano per arrivare alla soluzione. Non c’è una più brava delle altre: Elisa è bravissima nelle parole nel gioco dell’Intesa, capisce cosa intendiamo io e Letizia; Letizia è molto brava alle catene veloci, ragiona rapidamente; ma è la squadra che fa il lavoro maggiore. Io? Credo di essere forte nell’associazione delle parole. A scuola eravamo brave nelle materie scientifiche, ma abbiamo fatto (e vinto) anche le Olimpiadi di grammatica al liceo, a me piaceva anche il latino, ero molto brava».

Com’è il dietro le quinte di una trasmissione televisiva come “Reazione a Catena”?

«Il dietro le quinte è incredibile. Ci sono un affetto e un calore enormi, non ce lo aspettavamo. Le persone che lavorano sono appassionate e danno il massimo per il programma. Ci siamo sentite parte di una grande famiglia, andare via è stato doloroso anche per questo. È stato strano tornare a casa nel weekend e poi tornare a Napoli per registrare, aerei organizzati un’ora prima. L’ultima puntata non abbiamo potuto dire che lasciavamo, è stato organizzato tutto all’ultimo perché rimane in trasmissione solo chi vince. Trucco, parrucco, costumi: è incredibile come è costruita la trasmissione. Passavamo tanto tempo con le costumiste, parrucchiere e truccatrici ci hanno accolto con grande affetto: nell’ultima puntata abbiamo salutato tutti, ci teniamo in contatto per foto e aggiornamenti».

Generico 03 Oct 2022

In queste settimane avete scatenato una mole di commenti, positivi (la maggior parte), ma anche negativi: vi hanno dato delle raccomandate, delle favorite, hanno scritto che avevate stancato e che dovevate andare via. Come avete reagito a tutto questo?

«Non eravamo abituate ad un’esposizione mediatica del genere, all’inizio ci siamo concentrate sui commenti negativi che ci hanno fatto male soprattutto perché non capivamo tutto quell’odio, ma poi abbiamo ragionato sul fatto che sono di più quelli positivi. Abbiamo avuto il piacere di essere fermate per strada, ci fanno i complimenti dal vivo. In questi giorni in tantissimi ci hanno incontrato nei nostri paesi per dirci che ci seguono e ci vogliono bene. È un orgoglio. A casa i nostri genitori sono stati contentissimi, non potevamo dire il risultato sera per sera, quindi ogni trasmissione è stata una festa».

Avete vinto un bel gruzzoletto, circa 230 mila euro. Cosa farete della vincita?

«Abbiamo pensato ad un viaggio, certo. Ma la cosa principale che vogliamo fare, ognuna con la sua parte, è gestire le somme per il nostro futuro: dobbiamo finire l’Università, poi ci sarà il lavoro e si vedrà. Stiamo pensando a qualche progetto insieme, ma è tutto in divenire».

E adesso? Continuerete a giocare da casa?

«Sì, dai. Sfideremo i campioni da casa, il programma è divertente e ci piace. Magari ci riguarderemo su RaiPlay».

Generico 03 Oct 2022

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
In questa redazione ci sono nato. Ho visto crescere il giornale e la sua comunità, sperimentando ogni giorno cose nuove. I lettori sono la nostra linfa vitale, indispensabili per migliorare sempre.
Pubblicato il 07 Ottobre 2022
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