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Cosa c’è di bello nel nostro territorio? La Valganna coi suoi laghi, la storia e i panorami mozzafiato

Dalla pista ciclabile adatta a tutti alle vette prealpine che regalano scorci fino alle vette degli Appennini. Dai Laghi di Ghirla e Ganna alle fornaci di Cunardo, viaggio fra uno dei luoghi più suggestivi del varesotto.

Lago di ghirla -foto di Isella Bellotti
Foto di copertina Isella Bellotti

La pista ciclabile che collega Cunardo alla Valganna è un misto di esperienze tutte da vivere. Da un lato le testimonianze di un antico passato, dall’altro un patrimonio naturale unico che offre al visitatore la possibilità di immergersi in una delle aree verdi più importante della provincia di Varese. Il Parco Regionale del Campo dei Fiori ne delimita il confine a Sud, mentre il Parco delle 5 Vette la cinge a Nord Est.

In mezzo, nel solco del torrente Margorabbia, due laghi, una Badia, un Maglio, un Mulino ancora in funzione, le fornaci e una pista ciclabile che li collega tutti. E non una semplice pista ciclabile, ma una strada che si inserisce in quella rete capillari di sentieri italiani che collegavano un tempo le città più importanti le une alle altre e l’Italia all’Europa. Siamo infatti lungo un tratto della Via Francisca del Lucomagno, il cammino che collega la città di Costanza a Pavia e, da qui, conduce a Roma lungo la Via Francigena o al mare lungo la Via degli Abati.

I sabati lungo la Via Francisca del Lucomagno con Alfa

Le Fornaci

L’itinerario ideale per scoprire tutti i tasselli di questo mosaico storico naturalistico è senza dubbio, appunto, la pista ciclabile. Partendo dalle Fornaci di Cunardo ci si imbatte in una costruzione antica che custodisce all’interno una bottega artigiana d’arte ceramica e al suo esterno un prezioso museo a cielo aperto. Qui da secoli si lavora per dare vita a oggetti di ogni foggia. “La lavorazione della ceramica cunardese vanta tradizioni antichissime; pare infatti che l’inizio della produzione risalga al tempo dell’imperatore romano Tiberio.

Fornaci di  Cunardo

Le ceramiche cunardesi erano particolarmente apprezzate per il cosiddetto “blu Cunardo”, colore di cui solo i maestri del luogo conoscevano il segreto: pezzi decorati con questa intensa colorazione sono ormai autentiche rarità e sono conservati nei musei.” (fonte: sito Comune di Cunardo). Attualmente è in piena attività il laboratorio artigianale dei fratelli Enrico e Mauro Di Nino, posto lungo la strada provinciale 43 che attraversa il paese”.

Il Mulino e il Maglio

Proseguendo lungo la ciclabile, in direzione Valganna, passando fra prati e boschi di castagni e faggi (aguzzate la vista, è facile scorgere caprioli, volpi, fagiani e persino qualche lepre!), si giunge all’antico Molino Rigamonti, forse l’unico ancora attivo in tutta la provincia di Varese, costituisce ormai una tappa significativa degli itinerari turistici locali e dove è possibile ammirare il funzionamento di macchinari e processi immutati da secoli. L’area in cui sorge il mulino, che ha rispettato nel corso degli anni il verde circostante, viene inserita nel 2010 nel Parco regionale Campo dei Fiori, lo stesso in anno in cui l’attività ha ricevuto da Regione Lombardia il marchio “negozio di storica attività”.

Il Molino Rigamonti macina bontà da 230 anni
Molino Rigamonti

A poche decine di metri dal Mulino, sorge il Maglio di Ghirla uno dei più antichi e meglio conservati di tutta la provincia. Risale al diciottesimo secolo, quando Mastro Ludovico Parietti decise di acquistare l’edificio per assicurare ai suoi tre figli un impiego nel settore della forgiatura del ferro. Il potenziale era indiscutibile: venivano prodotti attrezzi edili, agricoli e meccanici sfruttando la potenza “incanalata” dell’acqua del torrente Margorabbia, che gli scorre accanto.

Il maglio di Ghirla (inserita in galleria)
Il Maglio di Ghirla

Non riuscendo a suscitare l’interesse dei figli, nel 1791 il maglio venne ceduto alla famiglia Pavoni, che lo mantenne vivo e produttivo per due secoli; rimase così in funzione fino al 1991. La Comunità Montana del Piambello cinque anni dopo decise di impegnarsi nel recupero del maglio che ancora oggi viene utilizzato come sala riunioni, conferenze e laboratori didattici che danno nuova vita ad uno dei simboli dell’archeologia industriale nella provincia di Varese.

Il Lago di Ghirla

I colori d'autunno al Lago di Ghirla
Autunno al Lago di Ghirla

Camminando lungo la ciclabile si giunge così ad uno dei luoghi più suggestivi dal punto di vista paesaggistici e naturalistici del nostro itinerario: il Lago di Ghirla. Dalle acque classificate “eccellenti” per la balneabilità, ideali per un tuffo rinfrescante nei mesi più caldi, questo specchio d’acqua era nel secolo scorso una delle mete predilette dei milanesi, specialmente in inverno, quando ghiacciava e si trasformava in una pista da pattinaggio con tanto di servizio “aperitivo” sul ghiaccio, come testimoniano alcune fotografie con cura raccolte e conservate a futura memoria sul sito Valganna.info.

lago ghirla ghiacciato
Aperitivi sul Lago di Ghirla ghiacciato, 1907 Foto del sito Valganna.info

La Badia di Ganna

Da lì, con una passeggiata di 30 minuti e sempre seguendo la pista, si arriva infine alle spalle del piccolo abitato di Ganna e alla sua Badia. Con il termine badia si intende il complesso architettonico composto dalla chiesa, dal campanile, dal chiostro, dalla foresteria e dalle circostanti abitazioni dei monaci. Famosa come luogo di culto dedicato alla memoria del martire San Gemolo, i cui resti sono ancora esposti nell’altare della chiesa.

La Badia di san Gemolo a Ganna
La Badia di Ganna

La storia vuole che dopo il martirio, il vescovo fece seppellire i resti del nipote Gemolo su di un colle, dove qualche anno più tardi fece costruire una cappella. I monaci benedettini di S. Gemolo si occuparono nei secoli dell’attività di bonifica del territorio: risanando paludi, convogliando le acque nel Lago di Ganna, coltivando terreni boschivi e passando a coltivazione i nuovi terreni ottenuti. La chiesa risale al 1100-1125 d. C.

Il Laghetto di Ganna e la torbiera

Nei pressi della Badia, raggiungibili in pochi minuti a piedi lungo i sentieri che partono appena dietro la chiesa, troviamo il piccolo laghetto e la torbiera di Ganna, due importanti riserve di biodiversità che richiamano anche numerose specie di volatili (oltre ad essere casa di salamandre, rospi, rane, pesci e lucciole) osservabili durante tutto l’anno.

Si pattina alla torbiera di Ganna (foto di Luca Leone)
Pattinatori alla Torbiera di Ganna

Specialmente la torbiera, con le sue acque non troppo alte e la sua posizione in uno degli angoli più freddi della Valganna, è una vera e propria attrattiva nelle settimane centrali dell’inverno quando ghiaccia completamente, diventando il punto di ritrovo prediletto per appassionati di hockey, danzatorsi e ghiaccio sul ghiaccio. Bisognerebbe ripristinare il “servizio bar su slittino” come negli anni ’30 del secolo scorso!

Il Poncione di Ganna

Per gli amanti di camminate più impegnative invece è possibile, una volta arrivati a Ganna e subito dopo l’Albergo Tre Risotti, imboccare la strada che sale in direzione dell’Alpe Tedesco (frazione di Cunardo) e prendere il sentiero (si trovano i cartelli lungo la strada ed il posteggio salendo dall’unica strada) che conduce al Poncione di Ganna, uno dei monti del Parco delle 5 Vette. In una giornata tersa offre un panorama a 360° dal Lago di Como al Lago Ceresio, dal Lago Maggiore agli Appennini, passando dalla skyline della città di Milano, di cui sono riconoscibili i profili dei grattacieli più alti.

Poncione di Ganna
Panorama a Nord Est dal Poncione

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Come arrivare

IN AUTO

Lungo la SS233 della Valganna.

IN AUTOBUS

Autolinee Varesine Linea N10 Varese Valganna Luino

 

NEI DINTORNI

TIGROS di Cunardo

+39 0332991819

Orari di apertura:

Dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 20:00
Domenica dalle 8:30 alle 13:00

Via Varesina, 16, 21035 Cunardo VA

 

 

Redazione VareseNews
radazione@varesenews.it
Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.
Pubblicato il 12 Novembre 2021
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