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Lampeggiante blu sull’auto, soldi falsi ed un Pos portatile a casa

22enne arrestato dai carabinieri. Nei prossimi giorni i carabinieri verificheranno se tale strumentazione sia stata utilizzata per altre truffe

Circolava con il lampeggiante blu nel parcheggio sotterraneo del Centro Commerciale “Torri Bianche”, a far scattare l’allarme un carabiniere libero dal servizio, che ha chiamato i colleghi della stazione di Vimercate che hanno individuato e fermato l’autovettura che stava uscendo dal quartiere. Il giovane 22enne, già noto alle forze dell’ordine, aveva applicato sul tettuccio un lampeggiante a magnete ad alta intensità a luce blu, il cui utilizzo è consentito solo alle forze di polizia e ad altre limitate categorie. 

Accompagnato in caserma, gli operanti per approfondire hanno deciso di eseguire anche una perquisizione domiciliare, trovando 28 banconote false tutte da 20 euro per un importo di 560 euro: immediatamente sono scattate le manette per i reati di possesso di segni distintivi contraffatti e di banconote falsificate. Inoltre è stato trovato un mobil Pos per il pagamento “contactless” collegato all’account del suo Iphone 12, il tutto sequestrato.

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Il giovane è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo, conclusosi con la convalida dell’arresto e la misura dell’obbligo di presentazione presso la stazione carabinieri di Concorezzo, competente per la residenza.  

Nei prossimi giorni i carabinieri verificheranno se tale strumentazione sia stata utilizzata per altre truffe, poiché le moderne carte bancomat o di credito possono prestarsi facilmente, in quanto la tessera non viene più inserita all’interno del Pos con la digitazione del codice segreto, ma basta avvicinarla al dispositivo elettronico. In più, non è necessario digitare il pin per importi fino a 25/30 euro.

L’eventuale malintenzionato si limita a digitare l’importo da addebitare al malcapitato, in pratica, chiunque, dotato di Pos portatile, nella folla/calca proprio di un centro commerciale, avvicinandosi alla tasca della vittima ove è riposta una carta di debito, può generare un’operazione all’insaputa di quest’ultimo, con conseguente addebito in conto, l’addebito sul conto non appare immediatamente e il responsabile può agire per qualche giorno – a volte settimane – prima che le autorità si mettano a seguire la sua scia, così massimizzando i propri profitti e avendo, peraltro, tutto il tempo per fare “sparire” il denaro. Ogni pagamento elettronico viene registrato sui circuiti bancari con un addebito a carico del titolare della carta e un contestuale accredito in capo a chi gestisce il Pos. Questo rende facile, per gli inquirenti, risalire al responsabile della truffa, il punto però è che, spesso, per 25 euro, i reati non vengono denunciati.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 07 Aprile 2021
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