Al mercato di Saronno tra i dubbi e le incertezze degli ambulanti
Un giro tra le bancarelle del mercato a quasi un anno di distanza dalla prima riapertura post lockdown. Buono l'afflusso di cittadini, ma tra gli operatori si respira un clima di incertezza e perplessità

«Le regole cambiano spesso e velocemente, e il commercio è molto condizionato. Ci sta mancando molto il rapporto diretto con le persone e con tanti nostri clienti». Tra gli ambulanti del mercato di Saronno si respira un clima condizionato da dubbi e incertezze, seppur con sensazioni opposte.
A parlare è un venditore di vestiti, una di quelle categorie che hanno subito maggiormente i primi provvedimenti delle zone rosse e arancioni che permettevano la vendita dei soli generi alimentari.
Con i nuovi provvedimenti, anche in zona arancione, l’attuale fascia in cui è collocata la Lombardia, la vendita è stata allargata alle altre categorie merceologiche, ma restano le perplessità e le preoccupazioni per una situazione che, a quasi un anno di distanza dalla prima riapertura dei mercati post lockdown, non fa ancora intravedere una via d’uscita.
Nella mattinata di oggi, mercoledì 3 marzo, l’affluenza dei cittadini è sembrata nella media, ma le restrizioni limitano visibilmente il numero di clienti. Situazione che permane ormai da quasi un anno e che non lascia tranquilli gli operatori di ogni categoria, compresa quella degli alimentari.
La sensazione, tra le bancarelle, è quella che si conviva in modo passivo con una realtà diversa e che è ormai diventata la nuova normalità. Il mercato resta un appuntamento di tradizione per i cittadini saronnesi, ma è allo stesso modo uno specchio del momento di difficoltà.
«C’è molta meno affluenza – prosegue il commento dell’ambulante -. Noi lavoriamo a stretto contatto con le persone e non potendo muoversi e uscire dai Comuni, come ambulanti subiamo molto questa situazione. La nostra non è una vendita a distanza. Ciò che distingue il mercato è il rapporto umano, ma con le restrizioni questo viene a mancare. Non possiamo fare previsioni, ma ci auguriamo che questo momento rimanga quanto prima un semplice ricordo. La nostra cultura non è fatta per stare a distanza, soprattutto in realtà come quelle del mercato in cui lavoriamo».
Sulla stessa lunghezza d’onda un operatore di una bancarella di alimentari: «È un momento difficile per tutti e anche per noi. Il calo di affluenza, da un anno a questa parte, è netto. Abbiamo tanti clienti abituali che vengono da altri Comuni e che di conseguenza perdiamo, non potendosi muovere in altri paesi. È tutto piuttosto evidente».
L’incertezza si respira anche tra gli operatori che nonostante tutto vedono il lato positivo e i miglioramenti rispetto alla situazione iniziale condizionata dalla pandemia: «La situazione per noi è sicuramente migliorata, perché prima in zona arancione non potevamo lavorare, ora sì. La gente continua a venire al mercato, anche se spesso un po’ a ondate. Ci sono giorni in cui le persone sono di più, giorni in cui lavoriamo meno. Di conseguenza si vende un po’ meno, ma possiamo dire che a distanza di un anno lavoriamo in una situazione con cui ormai, purtroppo, conviviamo».
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