Quantcast

Miglino: “Zone arancioni, vecchie cure e situazioni difficili: perché non cambiare registro?”

Le riflessioni del docente ed ex assessore alla Cultura di Saronno, a distanza di un anno dall'avvento della pandemia: "Perché continuare a somministrare le stesse medicine a un paziente sempre più ammalato?"

Generica 2020

A un anno dall’inizio della pandemia siamo purtroppo ancora qui (chi l’avrebbe mai solo immaginato un anno fa?) a parlare di zone rosse, gialle, arancioni e, questa sì è una novità, arancioni “rafforzate “.

Certo, si contano un maggior numero di contagi, gli ospedali sono nuovamente “in sofferenza”, eppure noi non si fa che passare ciclicamente da una zona all’altra..

Si aprono e si chiudono bar e attività di ristorazione e si continua a lasciare sempre chiusi i cinema e i teatri (gli unici a essere ritenuti rischiosissimi da inizio pandemia).

Le scuole le abbiamo aperte poi chiuse, poi riaperte e da domani in molti comuni e l’intera provincia di Como, saranno nuovamente chiuse. Le zone arancione scuro circondano Saronno. I ragazzi che frequentano le nostre scuole, come già quelli che provenivano da Bollate, rimarranno a casa.
Il resto è un film già visto!

Abbiamo già detto dei numerosi contagi in età adolescenziale ma rimane il dubbio che forse i ragazzi possano essersi contagiati nelle piazze, nelle strade, nei centri commerciali (aperti anche quelli) o semplicemente facendo aperitivi all’ora della merenda assembrati su tavolini e appollaiati su sedioline ravvicinate, sorseggiando lunghi drink e fumandosi sul viso.

Abbiamo accettato dolorose chiusure anticipate per poi assistere a ragazzi sciamare sui navigli o nei parchi con pochissimi controlli e zero multe.

Assistiamo a una povertà dilagante, al commercio in sofferenza a famiglie in difficoltà, eppure, assistiamo a un nuovo lockdown per i bar, ai quali fino a due giorni fa si é concesso di offrire da bere e da mangiare, seduti al tavolo, fino alle 18 con pochissimi controlli, a differenza dei ristoranti per i quali, invece, si è ritenuto fosse più pericoloso servire la cena..vai a sapere per quali strane ragioni fosse più rischioso stare seduti al ristorante che al bar.

Si è lasciata morire completamente ogni forma d’arte, chiudendo addirittura per lungo tempo anche i musei.

Ora, nessuno di noi ha una soluzione miracolosa ma tutti noi stiamo assistendo a un continuo fallimento di una “misura” dopo l’altra, sempre le stesse, per tante ragioni.

Ora, tutti noi che abbiamo accettato e osservato le diverse misure restrittive, siamo sempre più stanchi.
Demoralizzati e arrabbiati assistiamo a questi continui “giri di giostra” che ci portano ad accettare decisioni già viste che, per alcuni versi saranno giuste e per altre ancora sbagliate, perché finora nessuna ci ha portato fuori da questo tunnel.

Sicuramente lo farà il vaccino ma i tempi purtroppo sembrano lunghi. Sulle scuole abbiamo capito che la DaD, in emergenza, é uno strumento valido ma é davvero inaccettabile che si continui a riproporre questa strategia come soluzione ultima ma pur sempre buona, quando le cose vanno male.
Certo, qualcuno obietterà che anche a scuola ci si contagia, ovviamente sì!

Mi chiedo, però, quanti di questi contagi si sarebbero potuti evitare se oltre a mettere in atto ogni misura a scuola per evitare contatti, si fossero approntate altre misure di dissuasione o “moral suasion” anche fuori, da parte delle forze dell’ordine e/o di gestori più attenti.

Mi chiedo anche quanti di questi ragazzi, non più convinti che ci sia una soluzione definitiva a questa situazione, si incontrino comunque, stiano insieme, si frequentino …
anche perché è impensabile che non sia così, soprattutto dopo un anno di pandemia.

Togliamo loro la scuola, perché questo funziona sempre, e se provassimo anche a vigilare e tutelarli in altre situazioni? In quelle situazioni in cui si “lascia fare”, si “lascia correre” perché forse é più facile… salvo poi raccogliere i cocci.

Perché, invece, non proviamo a prendere altre decisioni, a cambiare il registro e le cure?

Perché non proviamo a riaprire i cinema , i teatri, i musei con i dovuti accorgimenti, per dare ossigeno a interi comparti e anche per tutti noi, perché senza la cultura la vita non é vita: si sopravvive, ma non si vive!

Perché non proviamo a riaprire, con vero senso di responsabilità ogni esercizio commerciale, indicando chiaramente sanzioni e rischi, con controlli seri e mirati?

Perché non proviamo a pensare che i nostri giovani hanno bisogno di andare a scuola e di vivere la scuola così come si ha bisogno dell’aria?

Perché continuare a somministrare le stesse medicine a un paziente sempre più ammalato?

Mariassunta Miglino 

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
Noi della redazione di Saronnonews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.
Pubblicato il 02 Marzo 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore