«Positivo al covid da una settimana e ancora nessun contatto da Ats Insubria». È questa la denuncia di Salvatore, che insieme alla moglie e alla figlia di sei anni risiede nel Comune di Mozzate.

«Il 21 ottobre ho fatto il tampone, dopo due giorni di febbre e malessere generale – spiega Salvatore -. La mia dottoressa lunedì 19 ha contattato Ats e due giorni dopo sono stato chiamato per fare il tampone a Cantù».

Il 23 ottobre, consultando il proprio fascicolo elettronico, il mozzatese scopre di essere risultato positivo al test del Coronavirus, lo riferisce quindi alla propria dottoressa che lo informa che sarebbe stato contattato da Ats. «In realtà non ci ha mai contattato nessuno – lamenta Salvatore – È un ritardo inconcepibile. Come fanno a fare la mappatura? Nessuno mi ha chiesto chi siano i miei contatti stretti. Noi ci siamo auto isolati e stiamo a casa, però nessuno si è preoccupato di chiederci con quali persone siamo stati in contatto».

Anche la moglie di Salvatore, insegnante alla scuola secondaria di I° di Cislago, è risultata positiva al tampone, test che ha potuto fare qualche giorno fa tramite la scuola per la quale lavora. «Abbiamo mandato email, chiamato i numeri verdi disponibili, ma nulla. Ieri mattina ho chiamato anche il Comune di Mozzate e sono riuscito a parlare con il sindaco, che mi ha riferito che non risultavo nemmeno nell’elenco dei positivi del Comune. Al che il sindaco ha chiamato Ats che finalmente gli ha mandato l’elenco aggiornato dei positivi».

Il mozzatese insieme alla famiglia è in quarantena nella propria abitazione, stanno bene e presentano solo sintomi lievi, ma a preoccupare la famiglia è la mancanza di contatto con le autorità sanitarie: «Convivere con il covid senza che nessuno ci contatti non è certo una situazione semplice – conclude Salvatore -. Capisco il momento complicato ma sono passati ben 6 giorni da quando sono risultato positivo. Siamo stati abbandonati a noi stessi senza avere indicazioni».