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Rescaldina, le “Icone tessili” di Jean Jacques Boutier in mostra a La Tela

Il collettivo aperto presenta all’osteria sociale del buon essere 25 opere realizzate con scampoli di tessuto recuperato. Mercoledì 16 settembre l’incontro con gli artisti

Le "Icone tessili" del collettivo Jean Jacques Boutier in mostra a La Tela di Rescaldina

Ci sono Elvis Presley, Bob Dylan, ma anche la coppia di attori Roberto Benigni e Massimo Troisi e l’immortale scena del passaggio della borraccia tra Fusto Coppi e Gino Bartali. Non poteva mancare l’immagine simbolo della lotta alla mafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La Tela di Rescaldina si apre all’arte con le “Icone Tessili” di Jean Jacques Boutier. La sala Vassallo e la sala Sanua dell’osteria sociale del buon essere ospiteranno per tutto il mese di settembre 25 opere realizzate dal collettivo aperto che, riutilizzando tessuto di scarto, dà forma a icone della storia passata e contemporanea, restituendo vita a materiali destinati al macero. Inoltre, nella serata di mercoledì 16 settembre, a partire dalle 21 i componenti del collettivo Jean Jacques Boutier saranno presenti a La Tela in un incontro per spiegare il loro lavoro e la loro arte ecosostenibile.

Il lavoro di Jean Jacques Boutier nasce dalla passione per l’arte, l’attenzione per l’ambiente e la ricerca di scampoli di tessuto. Con una visione profondamente radicata nella società e coniugando l’amore per la musica, gli artisti vanno alla ricerca di volti noti e immagini diventate iconiche. Sono testimonianze che vengono rielaborate con cura, scomposte per essere ricomposte con l’uso di pezzi di tessuto, dando vita così ad un collage capace di trasmettere sentimenti, pensieri, riferimenti storici o semplicemente rendere omaggio al gusto per il bello. «In ogni opera cerchiamo di non usare lo stesso tessuto per più di due o tre volte. Questo comporta un grande lavoro di ricerca per assicurare un risultato finale fedele alla realtà», spiegano. La reinterpretazione diventa “eco” perché passa dalla «volontà di restituire forma, vitalità e brillantezza a tessuti non più utilizzati. Questi tessuti parlano perché la loro anima e i loro colori, ridivenuti brillanti, mostrano tutta l’essenza che li contraddistingueva un tempo». Così, assemblati con sapiente maestria, formano una composizione riconoscibile al primo sguardo, parlando a chi osserva e rendendo eterno il personaggio raffigurato.

Jean Jacques Boutier è un collettivo aperto, nato da un’esperienza comune e da una comune esigenza, quella di far rivivere oggetti che altrimenti avrebbero fatto una brutta fine, in un macero o in una discarica. Nasce così, alcuni anni fa, nell’ambito dell’architettura e delle sue relative applicazioni, questo gruppo di lavoro che inizialmente aveva un altro nome. Jean Jacques Boutier nasce per dare cittadinanza al “fuori moda”, al classico, all’eccesso, allo sbiadito e all’inerte. Alcuni oggetti come mobili che perdono la funzione del contenere, divani che smettono la loro funzione del “far accomodare”, montagne di tessuti che qualcuno ha pensato e disegnato che finiscono al macero perché non più adeguati al mondo asettico delle patinate riviste di settore. Tutto in nome della religione del nuovo a tutti costi che fa passare di moda funzioni, dimensioni e colori. E grazie alla sapiente arte del “Textil Rebirth”, riprende vita in una sinfonia di colori, luci ed ombre, chiaro scuri, vecchie melodie e memorie che riaffiorano alla mente.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 09 Settembre 2020
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