Si chiama Maria ed è nata l’8 giugno 1918, durante la pandemia influenzale “Spagnola”.

Ha passato completamente indenne questo periodo segnato dal Covid-19 e oggi, ospite della Casa di Riposo Intercomunale di Saronno, soffierà ben 102 candeline.

Ha vissuto la sua giovinezza a Rovigo, ma ha poi passato una vita ad Uboldo, paese di cui era originario il marito. «Ci racconta sempre come si è sposata – spiega Laura, coordinatrice infermieristica della struttura -, è stata contattata da un ragazzo di 18 anni che le ha chiesto se era interessata a sposare il suo papà. Lei ha accettato, quindi da Rovigo è arrivata ad Uboldo e ha sposato questo signore che aveva un già un figlio». Con Giovanni, il figlio adottivo, ha sempre avuto un legame molto forte e Maria ricorda spesso che quando il ragazzo ormai giovanotto tornò a casa con la prima busta paga, la consegnò a lei dicendo: «Sei tu la mia mamma, quindi amministri tu i soldi».

«È una donna serena, dà la carica a tutti gli altri qui – continua a spiegare la coordinatrice – Ogni volta che si avvicina il suo compleanno poi, si rinvigorisce».

Quando ha compiuto i 100 anni in casa di riposo le hanno chiesto cosa desiderasse per festeggiare e lei ha espresso il desiderio di mangiare il baccalà, perché glielo cucinava sempre il padre. «Ogni anno il direttore all’8 giugno le fa arrivare polenta e baccalà e lei è felicissima: la cosa bella è che ha mantenuto la sua semplicità di bambina». L’anno scorso, per i 101 anni, la casa di riposo le ha regalato un giro su una macchina decappottabile a Gavirate per ammirare il lago: «Le abbiamo fatto fare tutto il giro del lago, lei che non aveva mai visto né il lago né il mare, era felicissima».

Auguri nonna Maria!