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Droga e disagio sociale: “Infodemia”, il Progetto Groane e l’importanza delle relazioni

La tossico-dipendenza e lo spaccio nei boschi delle Groane, i temi al centro della serata organizzata dal circolo Acli che ha riempito la sala teatro dell'Oratorio di Ceriano

Generico 2018

“Le relazioni battono le droghe. Informare, capire, prevenire”. Come si combatte il problema della droga? Cosa significa la parola prevenzione? Questo i punti di partenza dell’incontro pubblico tenutosi nella serata di ieri, mercoledì 12 febbraio, alla sala teatro Don Robbiati dell’Oratorio di Ceriano Laghetto. Una serata organizzata dal circolo Acli di Ceriano-Cesano, dalle parrocchie del Decanato e dell’Associazione Massimo Brioschi, per affrontare il tema della droga e del disagio sanitario e sociale che l’accompagna, partendo da un problema reale, quello dello spaccio di stupefacenti nei boschi delle Groane: un problema che si lega a una realtà in emergenza, quella dei tossico-dipendenti, che necessita di essere ascoltata e compresa in tutti i suoi aspetti.

L’incontro ha riunito diverse figure istituzionali e associazioni del territorio, tra cui i sindaci di Ceriano Laghetto, Solaro e Cesano Maderno, il Comandante della Stazione dei Carabinieri locale, il presidente del Parco delle Groane, la Croce Rossa di Misinto, “Fondazione Eris” e “Comunità Nuova”, e ha dato voce a chi il problema lo conosce bene, come Don Gino Rigoldi, Cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano che ha messo in campo l’autenticità della sua testimonianza, basata su un’esperienza di oltre 40 anni vissuti stando tra i giovani, lottando per la prevenzione e il contrasto allo spaccio.

La distorsione e la strumentalizzazione del problema della droga è il primo aspetto collaterale di questa realtà, affrontato da Mario Piuri, presidente delle zona Acli locale e introduttore della serata: un aspetto riassunto dal presidente definendo l’emergenza dell’ “Infodemia”, la “malattia dell’informazione”, la difficoltà di capire e distinguere il vero dal falso.

L’incontro si è quindi sviluppato affrontando in primis il problema della droga nelle Groane dal punto di vista tecnico: la dottoressa Marconi di Ats Brianza ha presentato il “Progetto Groane”, fortemente voluto da Ats sul modello attuato da Regione Lombardia nel Parco milanese di Rogoredo. Un progetto di riduzione dei rischi e del danno all’interno del Parco, avviato il 24 settembre 2019, finalizzato alla prevenzione delle malattie infettive e dei problemi sociali e sanitari, nell’ottica della tutela della cittadinanza. Il “Progetto Groane”, che prevede un tavolo tecnico di monitoraggio composto dalla Prefettura di Monza e Brianza e altri enti ed istituzioni del territorio, si fonda su una convenzione con la Croce Rossa, che mette a disposizione un ambulatorio mobile, presente tre volte a settimana nell’area comunale della ditta “Gianetti Rotonde” di Ceriano, e la presenza di operatori socio-sanitari per lo smaltimento di rifiuti all’interno del Parco, quali siringhe, profilattici e altri presidi, e la somministrazione di test salivari per potenziali virus infettivi come l’Epatite C e l’HIV.

L’aspetto tecnico ha lasciato quindi spazio a considerazioni di carattere morale degli esponenti della comunità cristiana, che hanno toccato l’aspetto umano del modo in cui affrontare il problema della tossico-dipendenza, partendo dalle significative parole di Claudio Caronni, presidente delle Croce Rossa di Misinto: “I tossico-dipendenti alle volte hanno solo il bisogno di parlare con qualcuno: abbiamo avuto casi di ragazzi in difficoltà che si sono avvicinati spontaneamente, e questo per noi è un grande passo avanti”.

Paolo Petracca, presidente delle Acli milanesi, ha posto l’accento sull’impegno dell’associazione in questo senso: “Stiamo cercando di svolgere un compito molto importante: il nostro impegno è duplice, mettiamo in campo le competenze e la voglia di stare in mezzo ai ragazzi affetti da tossico-dipendenza”. 

Il valore della prevenzione e delle relazioni sono stati i temi fondamentali sottolineati dagli ultimi due interventi di Don Maurizio, sacerdote della Caritas di Cislago, e di Don Gino Rigoldi, per combattere il disagio creato dalla droga: parole che hanno evidenziato il lato più sensibile di un problema sociale così delicato. “La comunità cristiana deve farsi carico di ogni tipo di problema – ha spiegato Don Maurizio – il problema della tossico-dipendenza non è sempre compreso appieno e il nostro dovere è quello di sensibilizzare tutti i nostri cittadini. Certi ragazzi non sono mele marce, ma acerbe, e come tali richiedono un forte processo di maturazione. Noi dobbiamo amare la prevenzione ed essere capaci di accogliere chiunque: prevenzione significa vivere l’autenticità delle relazioni“.

Concetti sui quali ha proseguito Don Gino: “E’ fondamentale capire appieno il significato della parole relazione. Per fare presa sui ragazzi non bastano le conoscenze, è necessario saper comunicare con loro nel modo giusto. Facendo assemblee nelle scuole e stando a contatto con i ragazzi, posso dire che abbiamo una bella gioventù, che ha solo bisogno di padri, persone adulte che abbiano la capacità di relazione. La relazione è una qualità necessaria per far si che i nostri adolescenti si sentano valorizzati, bisogna allontanarsi dall’opportunismo e dal pregiudizio. La relazione si impara – ha concluso il Cappellano, invitando gli adulti a confrontarsi sulle proprie competenze educative – tutti gli insegnanti e gli educatori devono coltivare questa disciplina. I gruppi senza relazione non servono a niente, sono volatili”.

Una serata di riflessione a cui seguirà, come annunciato dal presidente Mario Piuri, un secondo incontro dal carattere più istituzionale, che comprenderà gli enti territoriali interessati e darà spazio alle opinioni dei cittadini.

 

 

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Pubblicato il 13 Febbraio 2020
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