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Bioparco di Gerenzano, il Comune di Busto che fa?

Se lo chiedono i due consiglieri di maggioranza Salomi e Genoni in merito alle voci di stampa che parlano di una chiusura a partire dal 2015 dell'istituto insubrico Ricerca per la Vita di cui Busto è socio fondatore

I consiglieri comunali Enrico Salomi di Forza Italia e Paolo Genoni del Pdl, avendo appreso dai mezzi di informazione la notizia in merito all’incertezza dell’ente di ricerca FIIRV (Fondazione Istituto Insubrico Ricerca per la Vita) con sede aGerenzano, di cui il Comune di Busto Arsizio è socio fondatore, hanno presentato un’interrogazione in consiglio comunale chiedendo al sindaco di relazionare su quali siano le motivazioni secondo cui Regione Lombardia abbia concesso alla Fondazione di dare attuazione alle linee strategiche previste per la ricerca clinica e preclinica e per i progetti in corso per il 2014 (delibera di Giunta Regionale del 23 giugno 2014), non specificando dunque un piano di azione che vada oltre l’anno corrente. 
Secondo i due consiglieri  gli importanti progetti di ricerca in atto necessitano di una programmazione di lungo periodo «soprattutto per quanto riguarda gli impegni scientifici ed economici già deliberati sino al 2015 – e proseguono – Se il rischio di chiusura di questo organismo scientifico all’avanguardia in Italia (unico bioparco in Lombardia totalmente dedicato alla ricerca biotecnologica applicata alla salute dell’uomo), paventato sui mezzi di informazione, sia realistico, con gli annessi e connessi rischi occupazionali e relativi alla ricerca biomedica, che sarebbe in questo modo dismessa proprio alla vigilia dell’individuazione di nuovi e rivoluzionari antibiotici attivi su patogeni resistenti».

Salomi e Genoni aggiungono quanto scritto in un comunicato stampa del Fiirv «Per far capire la loro importanza, è sufficiente dire che nel campo degli antibiotici, negli ultimi anni, non ci sono stati nuovi brevetti. Siamo perciò meravigliati e sorpresi che le due progettualità, valutate, approvate e sostenute vengano, in corso d’opera, revocate: questo produrrà certamente il blocco delle attività di ricerca, il licenziamento dei ricercatori impegnati e la dispersione di questo patrimonio e degli investimenti fatti».
Come intende comportarsi e cosa intende fare il Comune di Busto Arsizio, in qualità di socio fondatore, insieme a Regione Lombardia affinchè sia scongiurata la chiusura del bioparco? – chiedono, infine i due consiglieri,il cui auspicio è che lo stesso possa essere rilanciato vista l’indiscussa autorevolezza dei ricercatori che vi lavorano.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 14 Agosto 2014
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