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Torrente Lura radioattivo? L’Arpa farà dei controlli

La segnalazione in rete dove si rievocano fatti di 24 anni quando una fonderia di Rovello effettuò lavorazioni su materiali radioattivi provenienti dall’Est Europa. L’assessore Barin: “Valori nella norma, ma verificheremo”

Il torrente Lura potrebbe essere radioattivo? La domanda è emersa in questi giorni in rete dove è emersa una vecchia storia che risale a 24 anni fa su una fonderia di Rovello Porro. Secondo il sito www.greenreport.it «fra le tante Chernobyl (e adesso Fukushima) dimenticate, ci siamo imbattuti – a distanza di 24 anni  – in una Chernobyl tutta italiana».

 

L’articolo, firmato da Massimo Bonfanti e Paolo Scampa, riprende quanto accaduto: nel 1989 un grave «incidente nucleare» si sarebbe consumato in una fonderia che forgiava i telai dell’Alfa 133 a Rovello Porro in Lombardia, tra Como e Saronno: «una fonte radioattiva orfana, contenuta in un carico di alluminio proveniente dall’Est Europa ed equivalente a una sorgente radioattiva stimata tra i 600 e i 6.000 Curie di Cesio 137 (pertanto da 8 a 80 volte superiore a quella di Algeciras in Spagna) fu inavvertitamente fusa, immettendo nell’aria una enorme quantità di particelle radioattive altamente nocive, senza che nessun allarme scattasse. Questa "fuga" nucleare, di cui non si conosce la data certa, è venuta alla luce – secondo la versione ufficiale –  nel 1989, in seguito a un controllo radiologico di routine delle acque del Po eseguito dai tecnici della centrale nucleare di Caorso: le acque risultarono grevi di Cesio 137 al di là di ogni aspettativa e norma e, rispetto alle ricadute di Chernobyl, con un rapporto isotopico anomalo con il Cesio 134. Prima che scattassero indagini approfondite, ovvero prima che vi fosse un’allerta, passarono diversi mesi». 
Dopo la bonifica della Fabbrica in seguito ai rilevamenti effettuati, oggi i firmatari dell’articolo chiedono nuove verifiche: «È troppo chiedere di conoscere lo stato radiologico attuale della zona che dal Lura, all’altezza del bacino di decantazione della fabbrica, e che insinuandosi in altri fiumi e navigli, giunge al Po?  È troppo chiedere gli indicatori di morbilità e di mortalità della popolazione che in quest’area vive?».

 

L’articolo è “girato” in rete, soprattutto su Faebook e l’assessore all’ambiente del comune di Saronno, Roberto Barin, fa il punto della situazione: «All’epoca furono effettuate dal Pmip, Presidio multizonale d’igiene e prevenzione, numerose valutazioni e rilevazioni finalizzate alla bonifica dell’area industriale coinvolta, anche mediante campionamento di matrici ambientali e altre ne sono state fatte anche in anni più recenti. Con riferimento ai controlli effettuati più di recente, ci è stato confermato che non sono state rilevate contaminazioni nei terreni nelle aree circostanti esterne all’insediamento produttivo, nelle falde potabili, né nelle acque del torrente Lura, che scorre da Rovello a Saronno. Riguardo al Lura, le verifiche più recenti risalgono al 2012. Nei prossimi giorni Arpa, anche su richiesta dell’Amministrazione civica, ha previsto un approfondimento complessivo della tematica, in virtù della quale potremo aggiungere ulteriori elementi».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 15 Aprile 2013
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