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Ex prima accoglienza, prosegue l’occupazione. Sindaco dai carabinieri

Situazione di stallo dopo che il Comitato autorganizzato saronnesi senza casa ha preso possesso dello stabile pubblico abbandonato di via don Monza

Nella nuova casa occupata di Saronno le porte sono sbarrate. All’interno ci sono i ragazzi che stanno facendo i lavori e rendendo abitabile i locali dell’ex centro di prima accoglienza cittadino, in disuso da circa sette anni. Sono i giovani del Comitato autorganizzato saronnesi senza casa, gli stessi che avevano occupato per tre settimane l’ex tintoria di via Bainsizza, poi fatta sgomberare dalle forze dell’ordine in collaborazione con la proprietà. Da cinque giorni la nuova occupazione, questa volta di un edificio pubblico. Scelta che mette in una situazione molto delicata l’amministrazione comunale.
I giovani, vicini al centro sociale Telos, rivendicano l’occupazione come un segnale nei confronti delle centinaia di appartamenti vuoti in città, a fronte delle numerose richieste di abitazione da parte di famiglie colpite dalla crisi economica. Il loro gesto si è quindi concretizzato in questa nuova occupazione e riassunto nell’unico striscione esposto sulla facciata della villa di via don Monza: “La casa è di chi la abita”.

Il primo cittadino, Luciano Porro, ha incontrato i ragazzi sabato, ha parlato con loro per quasi un’ora. La scelta su come proseguire nella gestione della situazione non sembra semplice, come conferma lo stesso Porro: «Credo sia necessario utilizzare molta prudenza, stiamo seguendo tutta la vicenda. Dal punto di vista legale quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto e sabato ci siamo recati dai carabinieri. Come Amministrazione non abbiamo ancora deciso se metterci una pietra sopra o far finta di niente. La questione va seguita con molta prudenza e attenzione. Non interromperemo il dialogo, siamo amministratori coscenziosi e miti, non vogliamo arrivare alla guerra».
Alla domanda se vi siano margini per trovare soluzioni alternative nel dialogo con i giovani del Comitato, il sindaco risponde: «preferisco non rispondere. Ma sottolineo che si tratta comunque di un immobile di proprietà comunale e si deve pensare anche all’incolumità di chi c’è dentro. Nel frattempo non vogliamo che si crei o si alimenti nessuna tensione».
In questa situazione i ragazzi proseguono i lavori di ristrutturazione, chiamando a raccolta amici e conoscenti per sistemare e arredare l’edificio: sedie, tavoli, pentole, coperte, materassi. Una sistemazione che per loro non sembra affatto temporanea

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 06 Novembre 2012
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