«Ora c’è la speranza che l’azienda possa riprendere la propria attività, ma ci dobbiamo impegnare». La dichiarazione di fallimento dell’Ims di Caronno Pertusella non ha demoralizzato i 122 dipendenti che da oltre un mese e mezzo sono in presidio permanente. Martedì mattina le rappresentanze sindacali hanno incontrato i lavoratori: una lunga assemblea in cui si sono state tracciate le linee di azione per le prossime settimane. «Con la nomina del curatore fallimentare abbiamo un nuovo interlocutore – spiegano le rappresentanze sindacali dei Cobas e della Cgil -. Con gli operai abbiamo deciso di proseguire sulla linea delle iniziative per mantenere viva l’attenzione, ma anche di proseguire con i contatti con clienti e fornitori per cercare di riavviare la produzione. Intanto, la prima richiesta che fare al curatore fallimentare sarà quella di fare una nuova cassa integrazione di un anno, che spetterebbe ai dipendenti dopo la dichiarazione di fallimento. Questo ci darebbe tempo per sperare ancora».

I tempi sono però stretti e i contatti devono essere avviati in fretta: «Ci sono le feste di mezzo – proseguono i sindacati -, ma siamo decisi a continuare a lottare per rimettere in piedi l’azienda. Non ci siamo per niente demoralizzati, anzi siamo convinti che si possa iniziare un percorso costruttivo per le trattative».
È quindi terminato un periodo di attesa che durava da diverse settimane e gli operai sembrano decisi a non abbandonare le speranze: «Siamo coscienti che adesso inizia la fase più dura: dobbiamo metterci con impegno perché l’azienda possa riprendere. Vogliamo arrivare col curatore a capire se ci sono clienti disposti ad aiutarci».
Tutto ciò non impedirà di organizzare nuove iniziative di protesta. Proprio questa settimana è in arrivo un maxi palco di 20 metri per 10, fornito dal comune di Caronno Pertusella. Palco che sarà posizionato proprio all’ingresso dell’azienda, dove saranno effettuati dibattiti con altre realtà, ma anche concerti, spettacoli per grandi e piccoli, e persino il Capodanno. Il tutto con gruppi e associazioni che hanno dato gratuitamente la propria disponibilità come segno di solidarietà ai lavoratori.