“Ero a Cape Canaveral, un’emozione indescrivibile”
Marco Airaghi, vicepresidente dell’agenzia spaziale italiana, era presente al tentativo di lancio dello Shuttle con a bordo Roberto Vittori, poi rinviato: “Difficilmente si farà l’8 maggio come programmato”

Airaghi, che nel gennaio scorso è stato nominato per meriti maggiore del genio aereonautico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, era presente in quanto vicepresidente dell’agenzia spaziale italiana e consigliere del ministro della Difesa.
Dopo un guasto tecnico il lancio è stato annullato ed è stato programmato per l’8 maggio. «Anche se credo che difficilmente si riuscirà a effettuare in quella data – spiega Airaghi -. Anche Vittori mi sembrava piuttosto dubbioso quando l’ho sentito. Il guasto, forse dovuto a un fulmine che ha colpito lo shuttle nella notte prima del lancio, è serio: si è danneggiata una delle scatole di comando degli alettoni dello shuttle. C’erano quelle di riserva, ma la procedura di sicurezza ha imposto il rinvio del lancio. I test di questa apparecchiatura richiedono del tempo, credo ci vorrà più tempo rispetto all’8 maggio».
Dopo un guasto tecnico il lancio è stato annullato ed è stato programmato per l’8 maggio. «Anche se credo che difficilmente si riuscirà a effettuare in quella data – spiega Airaghi -. Anche Vittori mi sembrava piuttosto dubbioso quando l’ho sentito. Il guasto, forse dovuto a un fulmine che ha colpito lo shuttle nella notte prima del lancio, è serio: si è danneggiata una delle scatole di comando degli alettoni dello shuttle. C’erano quelle di riserva, ma la procedura di sicurezza ha imposto il rinvio del lancio. I test di questa apparecchiatura richiedono del tempo, credo ci vorrà più tempo rispetto all’8 maggio».
Non è la prima volta che Airaghi va alla Nasa: «È la quarta volta – racconta -. Avevo già assistito al lancio di uno shuttle qualche mese fa. È un’esperienza indimenticabile, un evento di una potenza difficilmente riscontrabile. Era notte, improvvisamente il cielo diventa azzurro, pur essendo a sei
chilometri di distanza, è arrivato il rumore e lo spostamento d’aria. Un’emozione sconvolgente. Ripetere quella sensazione l’altro giorno sarebbe stato fantastico pensando che a bordo c’era un amico personale, oltre che qualificato ufficiale aeronautica militare».

Airaghi, è rimasto sempre in contatto con Vettori: «L’avevo sentito due ore prima volo, era carico e avvicinandosi il momento del volo era teso, perché il lancio è comunque rischioso. Ci sono quei primi due minuti in cui lo shuttle è senza controllo umano. Era teso, sereno e convinto. Il giorno dopo, in seguito al rinvio, l’ho sentito molto svuotato, sottotono. Evidentemente il calo dell’adrenalina si stava facendo sentire. Sperava di raggiungere presto la famiglia».
In questi giorni Airaghi, che è tornato in Italia, e Vittori, rimasto negli Stati uniti, si sono sentiti solo via sms. «Mi piacerebbe vedere Roberto andare sulla stazione spaziale orbitante – spiega -, ma non sappiamo ancora con certezza la data, non so se potrò essere presente. Ma è solo un’attesa, un rinvio».
C’è però una piccola delusione, dovuta al fatto che un altro astronauta italiano si trova nello spazio, Paolo Nespoli, e dovrà rientrare il 25 maggio: «Sarebbe stato fantastico essere una delle pochi nazioni al mondo che hanno avuto due astronauti in contemporanea nello spazio. Ma è un dettaglio. Aspettiamo con ansia il nuovo lancio».
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