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”Amaretti di Saronno”, interrogazione sul tavolo del Ministro

L’ex presidente della Provincia, oggi parlamentare, chiede a Scajola che non possa essere usata l’indicazione geografica se il prodotto non viene realizzato nel territorio

”Amaretti di Saronno”, la questione finisce in Parlamento. La travagliata vicenda che ha portato alla delocalizzazione dello stabilimento della D.Lazzaroni & C. che ha prodotto per anni i rinomati biscotti, è oggetto di una interrogazione parlamentare da parte dell’onorevole Marco Reguzzoni. L’ex presidente della Provincia chiede al ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, chiarimenti sull’utilizzo dei fondi pubblici. Ma, soprattutto, il parlamentare varesino chiede che il termine geografico, in questo caso “di Saronno”, non possa essere utilizzato se il prodotto non viene realizzato nel determinato territorio.
 
Il tutto risale a quando venne chiuso nel 2004 lo stabilimento saronnese della D.Lazzaroni, quando Reguzzoni ricopriva il ruolo di presidente provinciale: «È un argomento che seguo da anni, essendomi battuto a fianco delle associazioni sindacali fin dai tempi della chiusura dello stabilimento Lazzaroni – spiega il parlamentare -. Nei giorni scorsi ho presentato un atto ispettivo con l’obiettivo di arrivare ad una parola concreta circa la liceità (o meno) del comportamento del gruppo proprietario e destinatario dei contributi a fondo perso. Rimango infatti dell’idea che un “amaretto di Saronno” deve essere prodotto a Saronno, non in Abruzzo o in Cina. Altrimenti lo chiamino diversamente».
 
Nel dettaglio nell’interrogazione presentata da Reguzzoni: «Nel corso degli anni il gruppo imprenditoriale cui faceva capo la società produttrice dei famosi «Amaretti di Saronno» ha ottenuto notevoli contributi economici; detto gruppo imprenditoriale – attraverso chiusure di stabilimenti e cessioni di aziende e/o rami d’azienda – ha nella sostanza proceduto a delocalizzare dal nord al sud del Paese alcune produzioni, tra cui quella famosa degli «Amaretti di Saronno», prodotti per anni a Isola del Gran Sasso; i processi delocalizzativi di cui sopra sono stati realizzati anche attraverso contributi pubblici; la finalità di detti contributi pubblici era quella di favorire nuove iniziative in aree depresse, non certo quella di incentivare delocalizzazioni interne al Paese; la nuova proprietà ha più volte dichiarato di voler mantenere a Saronno (Varese) la produzione degli Amaretti, ma al riguardo l’interrogante non ha avuto riscontri».
Reguzzoni chiede quindi «di quali elementi disponga in ordine alle regolarità della destinazione di contributi pubblici e in ordine alle effettive intenzioni della proprietà dell’azienda; se esistano altri casi analoghi a quello citato e quali; quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per scongiurare fenomeni di delocalizzazione aziendale che rischiano di determinare gravi ricadute sul contesto produttivo, economico e occupazionale dei territori interessati e per impedire che la produzione di un bene di consumo come gli «Amaretti di Saronno» venga effettuata in un territorio diverso da quello esplicitamente indicato nel nome, generando pertanto confusione per il consumatore finale».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 21 Luglio 2009
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