Lucano: «In due o tre anni l’Università chiuderà. Non per colpa mia»
L’ex assessore ai lavori pubblici, che si è da poco dimesso, spiega le motivazioni che lo hanno portato a lasciare l’incarico
Non mi ero dimesso, nel periodo della campagna elettorale, esclusivamente per senso di responsabilità: era ancora aperto il problema del contratto tra Comune e Università e dovevo portarlo a termine, data la grande importanza che avrebbe avuto per Saronno la presenza dell’Università e il suo ulteriore sviluppo, ma le cose non sono andate come sarebbe stato vantaggioso per l’intera cittadinanza a causa di tristi personalismi.
Nella seduta di martedì 19 maggio è stato sottoposta all’approvazione della Giunta la delibera per il nuovo contratto che avrebbe dovuto assegnare gli altri spazi dell’ex seminario all’Università dell’Insubria, approntati di comune accordo con l’Ateneo, per portare, come ripetutamente richiesto dagli studenti, il Corso di Laurea in Scienze Motorie da tre a cinque anni. Inoltre l’Ateneo aveva manifestato il progetto incrementare le attività con nuovi corsi di studio e laboratori di ricerca avanzata, legati al corso di Ingegneria della stessa università.
Non ho partecipato alla seduta di giunta su richiesta del Sindaco in quanto alcuni assessori, in primis il candidato sindaco Renoldi, avevano minacciato di abbandonare la seduta in caso di mia presenza. Per evitare il rischio di non far approvare la delibera a causa della mancanza del numero legale non ho quindi partecipato alla seduta.
Tuttavia, nonostante la mia forzata assenza, il Sindaco ha dovuto ritirare la delibera per la presa di posizione degli stessi assessori. Le motivazioni? Inesplicabili, perché non posso pensare che si tratti di una meschina ritorsione, per il fatto che l’Università dell’Insubria era approdata a Saronno grazie alla mia attività amministrativa.
In mancanza del nuovo contratto non sarà possibile il biennio specialistico e la Facoltà di Scienze Motorie, nell’arco di due-tre anni chiuderà i battenti a causa delle normative attuali.
Non verranno neppure attuati i nuovi corsi di studio e le attività di ricerca sulle energie alternative che avrebbero portato a Saronno un notevole indotto con conseguenti nuovi posti di lavoro, danno gravissimo per la città.
Quindi, addio Università. E qualcuno potrà ancora chiedersi perché io, contrario alle ideologie di sinistra, mi sia opposto e mi opponga ancora alla Renoldi e ad una compagine che di destra o di centrodestra usurpa il nome solo per ottenere i consensi di un’aerea politica alla quale in realtà non appartiene?
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