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“25 aprile: quale significato dopo 64 anni”

Il candidato del centrosinistra Luciano Porro non sarà presente alle celebrazioni per impegni di lavoro e scrive una lettera aperta ai saronnesi

riceviamo e pubblichiamo
 
Il prossimo 25 aprile non sarò a Saronno, un corso di aggiornamento mi terrà lontano dalle celebrazioni programmate ma, non per questo, voglio sottrarmi ad alcune riflessioni.
Ho in mente le immagini di repertorio del 25 aprile 1945, la festa, la liberazione di un popolo, la fine dell’oppressione, la conquista della libertà, il ritorno della pace, ma anche le tante vite spezzate per garantire a tutti noi, oggi, le Libertà e i Diritti di cui godiamo.
Ma noi e i nostri giovani, quali sentimenti proviamo nel ricordare quei momenti? Riusciamo a percepire l’importanza di quello che i nostri padri e i nostri nonni hanno dovuto subire e hanno dovuto sacrificare nel lottare contro il nazifascismo per costruire la nostra Democrazia?
Nella migliore delle ipotesi proviamo un sentimento di gratitudine ma i più, purtroppo, rimangono completamente disinteressati, alla fine è un giorno di vacanza in più! Questa giornata ha forse con gli anni perso buona parte della sua presa sulle nostre coscienze? Il nazifascismo è così lontano tanto da non essere percepito, da non essere neppure immaginato nelle sue atrocità da molti di noi ma il messaggio che le immagini di repertorio ci lasciano è che la Libertà è un valore irrinunciabile, che va difesa ad ogni prezzo. 
Il problema è che neppure questo messaggio forse viene percepito perché: se non perdi una cosa non ne percepisci la mancanza oltre che non c’è stata la capacità di tramandare le vicende storiche, le tradizioni, i valori fondativi della nostra comunità nazionale, in modo che tutti, uomini e donne, si riconoscessero nel significato vero del 25 aprile, senza divisioni di apparato, ideologiche e propagandistiche, che lo hanno fatto diventare indigesto a molti invece che una vera festa nazionale sentita da tutti gli italiani.
Non per questo dobbiamo rinunciare a ridare senso a questa giornata, abbiamo un gran bisogno di modelli veri. Il 25 aprile è un’occasione che la memoria e la storia ci offrono per non sbagliare altre volte: è nostro compito continuare a difendere quello che altri, prima di noi, hanno conquistato, è nostro compito garantire le libertà personali, l’uguaglianza e i principi fondamentali della Costituzione.
Le derive autoritarie, le dittature mediatiche, i nuovi o mai sopiti razzismi, i messaggi di modifiche unilaterali della Carta Costituzionale, le intolleranze verso gli stranieri e tutto ciò che è diverso, il mancato rispetto della legalità, le forme di giustizia sommaria e “fai da te”, sono i nuovi pericoli su cui è necessario meditare e far riflettere anche quella famosa “zona grigia” in cui allora, come oggi, si collocò la maggioranza degli italiani, in attesa degli eventi.
Solo in questo modo, se saremo in tanti, al di sopra degli schieramenti, riusciremo ad isolare i nuovi rischi e, pacificamente, a creare una vera identità nazionale, una vera Democrazia.
Piero Calamandrei nel suo discorso ai giovani nel 1955 disse: “Domandiamoci che cosa è per i giovani la Costituzione. Che cosa si può fare perché i giovani sentano la Costituzione come una cosa loro, perché sentano che nel difendere, nello sviluppare la Costituzione, continua, sia pure in forme diverse, quella Resistenza per la quale i loro fratelli maggiori esposero, e molti persero, la vita”. Il nostro compito è quello di tramandare il significato del 25 aprile perché sopravviva alla morte dell’ultimo partigiano e al passare del tempo che oscura ogni cosa. Per vivere da uomini bisogna essere liberi. Per conquistare la libertà e donarla a chi non l’ha bisogna combattere e sacrificarsi. In tempo di pace non meno che in tempo di guerra, quando la minaccia alla democrazia assume forme suadenti e pericolose. L’omologazione sociale e del pensiero non ci priva della libertà fisica ma incatena la nostra mente. Questa rischia oggi di trovarsi prigioniera, mentre il corpo vaga libero per le strade della città. I democratici si guardino da tale rischio, come tutti gli italiani. Chi rifiuterà la sfida o non si mostrerà all’altezza avrà tradito il 25 aprile.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 24 Aprile 2009
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