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«Crisi, i cristiani come portatori di ottimismo»

L’analisi della situazione economica da parte di Carlo Mazzola, presidente del club Don Luigi Sturzo

riceviamo e pubblichiamo
           
Gli effetti della crisi economica globale sono ormai tangibili anche nel saronnese. Pur con la sua secolare storia di lavoro, di produzione, di ingegno e creatività, il nostro territorio accusa in questi tempi alcune difficoltà che credo non occorra qui ricordare. Mi preme, tuttavia, sottolineare l’elemento critico più deleterio: la paura.
Sia per il mio ruolo (terminale) di consigliere comunale, sia per la mia professione, ho un contatto quotidiano con figure di eterogenea estrazione, dal padre di famiglia, all’amministratore di holding multinazionale, che mi palesano le problematiche che devono affrontare, ognuna con una propria peculiarità. In ultima analisi, però, riscontro un dato comune: la paura che il peggio debba ancora arrivare. La paura di intraprendere nuove strategie. La paura di investire. La paura!
Bisogna a questo punto domandarsi quanto questo freno inibitore sia razionale e quanto, piuttosto, emotivo.
Verifichiamo: il costo del denaro è a livelli minimi, il prezzo del greggio è tornato ai valori del 2003, le rate dei mutui sono calate, nelle offerte di beni e servizi abbondano sconti e agevolazioni, c’è un nuovo presidente con pieni poteri a capo della prima potenza economica mondiale.
I fattori per una ripresa – finanche sostenuta – ci sarebbero dunque tutti. Meno uno: la fiducia! La fiducia in sé stessi, nella società, nel domani.
Perché invece permane il pessimismo? Apriamo un quotidiano, una rivista, un telegiornale, un notiziario, un sito internet o guardiamo un talk-show o persino uno spettacolo di satira. Dopo questa carrellata anche un inguaribile ottimista diverrebbe perlomeno scettico.
La colpa è dunque sempre dei giornalisti? No, ogni singolo giornalista ha fatto il suo dovere di cronaca. E’ un bene sapere che le cause hanno la loro origine nei mutui subprime, nella deregulation del sistema bancario-finanziario, nelle speculazioni di cui Lehman Bros è stato esempio ed al contempo capro espiatorio. E dico che è un bene perché la conoscenza di questi errori ci permetterà di non ripeterli. Il sistema informativo del XXI secolo è però esponenzialmente più vasto rispetto a solo uno o due decenni fa. Si crea un effetto di amplificazione altrettanto esponenziale. Oggi la notizia non striscia ma rimbomba!
Dove possiamo allora ritrovare fiducia? Dallo studio dell’economia, della storia, della scienza, dell’umanità. Riscontreremo costantemente che nonostante gravi crisi, carestie, guerre, epidemie che hanno tristemente caratterizzato ogni epoca, il progresso non si è mai fermato, l’umanità si è sempre più sviluppata, le popolazioni povere continuano comunque a diminuire.
Da questo studio, con un continuo approfondimento, si può anche giungere a intravedere un disegno divino.
A tal proposito, con umiltà e convinzione, rivolgo un appello proprio ai cristiani, affinché diventino testimoni di fiducia e moltiplicatori d’ottimismo.
Noi infatti crediamo e sappiamo che il mondo sta andando incontro alla Parusia. In questa escatologia non esiste problema che non possa trovare soluzione presto o tardi, seppure talora questa passerà attraverso la sofferenza. Certo la risposta alle difficoltà, la fonte dell’ottimismo, la sede della fiducia non possiamo aspettarcele con certezza né da Obama, né da Berlusconi, né dai G20 (che semmai sono strumenti), ma con sicurezza solo dal messaggio e dalle promesse di Cristo.
Penso anche che occorra rendersi degni di queste promesse. In questo la collettività saronnese che è impregnata dello spirito cristiano ed ha una solida tradizione di laboriosità può dare una mirabile prova.
Ritengo che si possa partire da due risorse locali. La prima e la più abbondante è la risorsa umana: le professionalità di alto livello. Dal lavoratore dipendente, a quello autonomo, all’imprenditore, al creativo. Quanto progresso, quanto benessere può scaturire da queste menti e da queste mani, creando insieme, con fiducia, le giuste condizioni.
La seconda risorsa è quella più scarsa, che occorre utilizzare con saggezza e prudenza: è il territorio. Dobbiamo far si che il poco spazio rimasto sia destinato alle attività produttive; quelle che creano valore aggiunto. Qui si apre un nuovo tema che è la sfida per lo sviluppo di Saronno nel prossimo futuro: capire con lungimiranza e lucidità quale sarà il settore produttivo cui destinare queste aree o in quale combinazione. L’industriale, il terziario, l’artigianato, i trasporti, il ludico, il turismo d’affari e congressuale?
La risposta non verrà da un singolo, bensì dalla collaborazione fra chi sarà al governo della città fra qualche mese, gli imprenditori, i sindacati ed i professionisti, ritrovando insieme fiducia ed ottimismo di cui, ribadisco, i cristiani in prims devono essere portatori.

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
Noi della redazione di Saronnonews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.
Pubblicato il 03 Aprile 2009
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