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Salvatore Borsellino commuove gli studenti del liceo Grassi

Speciale incontro sabato mattina con il fratello del giudice ucciso dalla mafia nel ’92 per gli allievi del liceo cittadino

Rabbia e speranza: questi i sentimenti che possono sintetizzare il pensiero di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato vittima della mafia, che ha tenuto una vera e propria lezione durante l’assemblea al liceo scientifico G. B. Grassi di Saronno sabato mattina. Occasione particolare, colta da oltre cinquecento studenti, assiepati nell’aula magna ad ascoltare una voce di testimonianza dura, accorata, commossa, in particolare quando Salvatore ricorda i nomi delle vittime della mafia. Una voce che «ha perso la speranza, alla morte di Paolo, ma che l’ha ritrovata con la concretezza nei numerosi incontri con gli studenti”, che portano Salvatore in giro per l’Italia a ricordare e a tenere viva la testimonianza non solo del fratello, ma anche di Giovanni Falcone, o di Carlo Alberto Dalla Chiesa e di tanti altri servitori “di uno stato che ha abbassato la guardia, che per ungo tempo non ha ammesso nemmeno l’esistenza della mafia, che ha messo in atto misure legislative solo recentemente».
Il ricordo si fa intenso, quando Salvatore ricorda il 19 luglio 1992, il giorno dell’attentato di via D’Amelio al fratello ed alla scorta, quando ricorda le parole del fratello. «Paolo, aveva fretta di terminare il suo lavoro perché sapeva che il tritolo per lui era già arrivato e, dopo la morte di Falcone, era lui la vittima prossima. ‘io mi alzo alle cinque al mattino per fregare il mondo con due ore di anticipo’, diceva mio fratello». Ma Paolo Borsellino era anche ottimista, perché vedeva nei giovani un’attenzione diversa, «rispetto all’indifferenza che ho avuto io fino a quarant’anni. io so, concludeva, che loro sapranno combattere meglio di noi». Questo è il messaggio che Salvatore porta ai giovani italiani che lo ascoltano.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 23 Marzo 2009
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