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«L’improvvisazione è non regolamentare il volontariato per la sicurezza»

La Lega Nord risponde alle critiche del candidato sindaco Angelo Proserpio riguardo le ronde cittadine

riceviamo e pubblichiamo
Leggendo alcuni commenti al c.d. decreto anti-stupri (D.L. n. 11/2009) -commenta l’avv. Elena Giardina, membro del Gruppo di Lavoro per il Programma di Cambiamento della Lega saronnese- appare evidente come la questione sicurezza sia argomento che desta grande interesse nell’opinione pubblica e, di conseguenza, nei mass-media. Tuttavia, anziché esaminare il complesso delle norme che compongono detto decreto (che, tra l’altro, introduce la gratuità del patrocinio legale per le donne vittime di violenza sessuale; autorizza le Forze di Polizia ed il Corpo dei Vigili del Fuoco ad effettuare nuove assunzioni; introduce il reato di “atti persecutori” punendo coloro che minacciano o molestano persone in modo da cagionare un fondato timore per la propria incolumità o quella di un congiunto ecc…), da parte di alcuni si è preferito puntare l’attenzione unicamente sulla presunta creazione delle “ronde”. In particolare, per qualche commentatore tale istituzione rappresenterebbe un primo – pericoloso – passo verso l’abdicazione dello stato di diritto, perché demanderebbe ai privati cittadini un compito (appunto quello di garantire la sicurezza) spettante in via esclusiva allo Stato. Del resto, è facile caricare il termine “ronde” di un significato un po’ sinistro e inquietante… Al fine di dimostrare la presunta “improvvisazione” dell’azione del Governo, in tale delicata materia, si è sottolineato come le “ronde” verrebbero erroneamente definite – nel citato decreto – come “associazioni tra cittadini non armate” (mentre, al contrario, il termine “ronda” indicherebbe un servizio di sorveglianza compiuto da soggetti armati). Ebbene, se è vero che – come la definisce lo Zingarelli – la ronda è un<<servizio armato svolto da più militari al comando di un graduato, a scopo di vigilanza mobile ecc…>>, è altrettanto vero che nel Decreto anti-stupro non compare mai il termine “ronda”. Ne potrebbe essere altrimenti visto che, leggendo l’articolato normativo, appare chiaro come la volontà del legislatore sia ben lungi dal voler creare gruppi di giustizieri fai da-te, incaricati della sorveglianza armata delle città! L’art. 6, comma 3 del decreto-legge recita infatti: <<i sindaci , previa intesa con il Prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali, eventi che posano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale>>. Non solo. Tali associazioni devono essere obbligatoriamente iscritte in un elenco tenuto a cura del Prefetto. L’iscrizione potrà avvenire solo previa verifica del possesso di requisiti che saranno indicati in apposito decreto del Ministero dell’interno, entro 60 dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame. Dunque, perché chiamarle “ronde” e non – ad esempio – “volontari della sicurezza”? Perché paventare una sorta di far-west o, comunque, di una abdicazione dello stato di diritto se le associazioni di volontari devono: (a) agire d’intesa (e non in sostituzione, NdA) con il Prefetto (b) limitarsi a segnalare possibili situazioni di danno e/o di pericolo per la sicurezza? La norma in esame giunge, finalmente, a regolamentare un fenomeno (fortunatamente) già esistente in Italia: quello di cittadini che, volontariamente, collaborano con le istituzioni nel campo della sicurezza; e lo regolamenta prevedendo, espressamente, che l’azione di detti cittadini debba essere coordinata con quella delle istituzioni (Prefetto e Forze di Polizia). Come detto, tale fenomeno è già presente sul territorio italiano. Guardando alla sola Lombardia, basti pensare ai “City Angels” di Milano (cui l’Assessore provinciale Dioli, del Prc, ha tra l’altro chiesto di pattugliare l’Idroscalo di Milano); o, ancora, a quanto accade a Cinisello Balsamo dove il Sindaco di Rifondazione, Zaninello, oramai da sette anni ha siglato una convenzione con l’associazione di ex-poliziotti; o, infine, alla Provincia di Milano (la cui “colorazione” politica è sicuramente all’opposto di quella che connota l’attuale Governo!) che, di recente, ha stanziato ben 250mila euro in favore delle associazioni di volontari per la sicurezza. Assistiamo dunque alla singolare posizione di chi, mentre da un lato considera del tutto lodevole il “fenomeno” “City Angels” (e affini), dall’altro bolla come “improvvisata” l‘azione del Governo che demanderebbe a “ronde” di cittadini privati – facilmente, e pericolosamente, preda di “teste calde”- il delicato tema della sicurezza.
La vera improvvisazione pare essere quella di coloro che, pur di screditare l’avversario (politico) di turno, non esitano a dare una lettura fuorviante dei provvedimenti legislativi adottati.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 03 Marzo 2009
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