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“Non facciamo la caccia al candidato più cattolico”

Risposta di Angelo Proserpio alle recenti affermazioni del Club Don Luigi Sturzo

riceviamo e pubblichiamo
 
In un comunicato della scorsa settimana Carlo Mazzola, presidente del Club don Sturzo, fornisce indicazioni sul suo candidato ideale per la poltrona di sindaco di Saronno, ma s’ingarbuglia con parole lontane anni luce dall’interesse dei cittadini. Mazzola teme un “sindaco manipolabile”, parla di “candidati scelti da nicchie”, di “amici e soci”, di “mettersi al servizio del partito” e altre amenità di questo genere. Insomma mostra uno spaccato del suo partito che è impressionante come gruppo di potere cementato da pratiche spartitorie, che noi lasceremo volentieri al suo destino.
Ma non basta. Mazzola dichiara anche le sue preferenze per i candidati cattolici. Mi pare utile soffermarmi su questo punto. Com’è noto quello del voto cattolico è un tormentone che compare ad ogni tornata elettorale. A Saronno poi la questione si fa più acuta perché si aggiunge anche la caccia al candidato (più) cattolico. La questione è aberrante per varie ragioni. Dovremmo domandarci, prima di tutto, chi sono i cattolici nella nostra epoca. E tra destra e sinistra quanti tipi di cattolici ci sono. Mazzola ha però detto che il suo ideale è quello che tutela i valori cristiani. Caspita! A me hanno sempre insegnato che in una democrazia sana proiettata verso una più alta civiltà dei costumi e dei rapporti tra le persone, la lotta politica non può scendere alla disputa su questioni moralistiche o teologiche per la semplice ragione che un ateo non diventerà mai credente attraverso la lettura di un articolo di giornale, fosse anche di Carlo Mazzola. In politica, bisogna sgomberare il campo dalle ideologie e dai valori assoluti, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, affermare la laicità delle istituzioni. La fede o l’ossequio alla gerarchia ecclesiastica è cosa della coscienza, è un fatto personale che va garantito e rispettato nel segno della libertà religiosa secondo lo spirito del Concilio. E allora provo a dire chi sono cattolici ideali in una democrazia. Sono coloro che non si appellano ai simboli del cattolicesimo per rivendicare posti e quote di potere; sono coloro che fermentano le istituzioni non come lobby e correnti ma come il lievito nella pasta, al di fuori da ogni logica di appartenenza; sono i “cattolici adulti”, portatori di una “fede adulta” e di un messaggio etico e non politico in una società sempre più secolarizzata. Questi cristiani, nel solco di una lunga e nobile tradizione, possono costruire da protagonisti il futuro del paese e della nostra città. Quanto a me, che sono orgoglioso della mia educazione cattolica e della mia cultura laica, se volessi annuvolare – per dirla col Giusti – le perplessità dei politici saronnesi di matrice cattolica nei miei riguardi, ora che l’apparire credente è diventato una moda, “mi caccerei a capofitto nel fumo degli incensi e chissà per che razza di cristiano mi piglierebbero ma io ho creduto sempre a un modo e posso fare a meno di questi ripieghi.”

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 03 Febbraio 2009
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