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Saronno, Sala e Zingaretti tirano la volata ad Airoldi

Piazza piena per ascoltare il candidato sindaco del centrosinistra insieme al primo cittadino di Milano e al segretario del Pd Zingaretti

Erano in tantissimi a riempire la piazza centrale di Saronno per ascoltare il candidato sindaco del centro sinistra Augusto Airoldi, accompagnato da Beppe Sala, sindaco di Milano, e Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico  e presidente della Regione Lazio.

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Nicola Zingaretti e Beppe Sala per sosternere Airoldi 4 di 7

Con loro e con buona parte dei candidati delle liste che sostengono Airoldi al ballottaggio di domenica 4 e lunedì 5 ottobre, tanti esponenti del Pd, il segretario provinciale Giovanni Corbo, il consigliere regionale Samuele Astuti, il deputato Alessandro Alfieri, l’ex parlamentare Daniele Marantelli. In prima fila, anche i due partigiani saronnesi Ivonne Trebbi e Aurelio Legnani.

Il primo ad arrivare “da buon brianzolo”, come ha detto lui stesso è stato Beppe Sala, che ha raccontato l’aneddoto di quando da giovane universitario frequentava Saronno per motivi “extra scolastici”.

Sala ha poi fatto un vero e proprio endorsment per Airoldi, promettendo di invitarlo a Palazzo Marino quando sarà sindaco: «L’obiettivo che deve avere un buon sindaco è rendere la città migliore, più vivibile. Serve concretezza spicciola, curare la città per renderla migliore. Una città curata, una città coi negozi aperti, armonica, fa più di tanta repressione. Fare il sindaco non è facile, serve visione e serve fare le cose. Questo è un territorio omogeneo, il futuro si baserà su valori come la mobilità sostenibile. Milano ha tantissimi studenti, ma serve spazio per loro, per le case, per le aule. Saronno è vicina, ci vuole coraggio. Rigenerare le aree urbane è un tema fondamentale, non ve lo devo raccontare io. L’ambiente non è un tema di moda, è una necessità. Io non riesco a pensare che questa pandemia sia un’opportunità, opportunità è una parola che in questo ambito non mi piace, noi abbiamo avuto 2200 morti, troppi, una generazione falciata. L’obbligo di cambiare però sì, deve esserci. L’obbligo di tenere l’ospedale deve esserci, è una promessa che Augusto ha fatto. Io offro una reale collaborazione, anche Milano è una fase di cambiamento, serve scommetterci. La moda, la cultura, le week: sogno che in futuro ci sarà la possibilità di un aggancio, opportunità per tutto il territorio. Non usciremo domani mattina dalla pandemia, serve adattarci, viverci. Essere parte attiva. In ogni caso serve adeguarsi a una nuova normalità. Fare, pensare nel lungo termine. Una questione Nord in Italia c’è, non voglio che si lasci questo tema alla Lega. A Milano ho vinto grazie ai miei sostenitori, andando in giro ogni giorno, fino all’ultimo minuto di campagna elettorale: portatea casa ogni voto possibile ogni giorno, soprattutto gli indecisi».

Nicola Zingaretti e Beppe Sala per sosternere Airold

Prima di Zingaretti, ha parlato Laura Succi, la più votata nella lista civica di Airoldi: «In questa campagna elettorale abbiamo riportato in alto il senso del civismo, che ha dato un passo in più alla città. Noi abbiamo fatto una campagna mai “contro”, ma “per”. Nella nostra coalizione e in consiglio comunale c’è e ci sarà una forte presenza femminile, tante giovani e meno giovani (sette se vinceremo, i nostri avversari ne hanno zero) che sicuramente porteranno nel gruppo consigliare sensibilità e competenza».

Airoldi ha sottolineato l’importanza della componente civica unita a quella politica: «Insieme ci danno il valore aggiunto per vincere. Il sindaco di Saronno non si è mai occupato dell’ospedale, non fa parte del comitato a difesa dell’ospedale, non ha mai detto “bah” per non disturbare il manovratore in Regione Lombardia: noi lo disturberemo, da lunedì sera se necessario. A chi va bene la Saronno ferma di oggi, può votare Fagioli, chi vuole cambiare deve votare per noi. È una possibilità da non perdere, possiamo cambiare insieme il futuro di Saronno».

Infine Zingaretti ha preso il microfono e ha parlato di «una nuova voglia di partecipazione, della necessità di non arrendersi, figlia della mobilitazione delle persone, del civismo. La politica deve rimettere al centro la persona e i suoi diritti. C’è paura, è indubbio, da parte di molti, ma insieme c’è voglia di combattere, di farcela, di lottare, di non gettare la spugna. Paura e speranza, stiamo vivendo questo dilemma. L’Italia ce la può fare a rimettersi in piedi, come diceva un grande come Ciampi. Noi siamo alla vigilia di una possibile rinascita italiana. Certo, servirà il vaccino e servirà ripensare la politica anche grazie ai soldi che arrivano dall’Europa per lavoro, sviluppo, università, ricerca: risorse che arrivano e possono diventare realtà. Bisogna combattere: vincere si può, lo abbiamo dimostrato alle Regionali quando ci davano per sconfitti e invece abbiamo battuto il centrodestra. Possiamo cambiare, ma dobbiamo farlo non come singoli, ma come comunità».

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Pubblicato il 30 Settembre 2020
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