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I pm di Milano chiedono il processo per Fontana e il cognato con l’accusa di frode in pubbliche forniture

Concluse le indagini sulla fornitura di camici, calzari e cuffie da parte dell'azienda di Andrea Dini a Regione Lombardia durante la prima ondata pandemica

Attilio Fontana

I pm della Procura di Milano Paolo Filippini e Carlo Scalas hanno chiesto il processo per il governatore lombardo Attilio Fontana, accusato di frode in pubbliche forniture relativamente alla vicenda della fornitura di camici per gli ospedali lombardi durante la prima ondata della pandemia nel 2020, insieme al cognato, Andrea Dini, titolare al 90% della società di cui la moglie di Fontana ha il 10%; a Filippo Bongiovanni; alla manager di Aria spa, Carmen Schweigl; e al vicario del segretario generale della Regione, Pier Attilio Superti.

La vicenda è nota. Nel periodo di maggiore difficoltà del sistema sanitario lombardo, travolto dall’ondata di pazienti affetti da covid, il cognato di Fontana che ha un’azienda che produce abbigliamento avrebbe stipulato un contratto da 513.000 euro con la centrale acquisti regionale Aria spa per 75.000 camici e 7.000 tra calzari e cuffie.

Fontana e il cognato avrebbero poi cercato di simulare una donazione (di 50.000 camici fino a quel momento già consegnati) al posto del reale contratto di fornitura onerosa. A risarcimento del danno patito dal cognato, Fontana avrebbe utilizzato 250 mila euro provenienti da conti all’estero che il governatore aveva definito “risparmi dei suoi genitori” per risarcirlo del mancato incasso da Regione Lombardia.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2021
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