Remigration e tagli dei fondi per la sicurezza delle strade infiammano il consiglio provinciale di Varese
Le opposizioni hanno contestato la mozione di condanna per un testo che non mette in adeguata evidenza le preoccupaizoni che qel movimento esprime. Sul taglio dei fondi per le strade l'uscita di sala della minoranza al momento del voto

Il Remigration summit e i tagli alle province per le manutenzioni delle strade hanno infiammato il consiglio provinciale che si è tenuto questa sera, lunedì 26 maggio, a Villa Recalcati a Varese.
Dopo aver affrontato velocemente i punti all’ordine del giorno, le due mozioni presentate da Civici e Democratici hanno innescato un acceso dibattito.
Il primo atto mirava a ottenere una posizione di condanna dell’ideologia dietro al convegno che si è svolto sabato 23 maggio al teatro Condominio di Gallarate.
Comprendere il fenomeno immigratorio per poterlo gestire
Presentando il testo, il rappresentate dei democratici, il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria, ha spiegato l’intento dell’atto che mira a riaffermare i valori costituzionali di accoglienza e convivenza civile, condannando ideologie discriminatorie e il concetto di “remigration”, emerso durante il controverso evento a Gallarate.
Bellaria ha esordito ricordando un recente incontro, promosso dall’associazione culturale Comuni orizzonti, durante il quale il professor Maurizio Ambrosini aveva presentato la fotografia del fenomeno immigratorio in Italia, portando dati su occupazione e integrazione: «Solo partendo da una reale fotografia è possibile discutere di futuro e prendere decisioni appropriate per lo sviluppo del sistema Paese».
Bellaria ha aggiunto: «La sfida che dovremmo affrontare come amministratori pubblici è quella di riuscire a coniugare legalità e sicurezza con continuità e integrazione».
Che ci siano problemi di ordine pubblico, di microcriminalità, di sicurezza è evidente anche al sindaco sommese, che però ha preso le distanze dal concetto di remigration: «Si arriva addirittura a teorizzare il rimpatrio anche di chi è già integrato, fino alla terza generazione».
“I partecipanti al remigration summit sono ventenni e non sanno cosa sia il nazismo”
La mozione ha incontrato una netta contrarietà da parte dei consiglieri all’opposizione. Leslie Mulas di Lombardia Ideale ha etichettato come ideologica la posizione dei Civici e Democratici: «Una mozione su questo tema non può essere accettata. Tutto nasce da un pregiudizio ideologico. Nessuno ha parlato realmente di deportazione, una scelta che altri stati nel mondo fanno». E ha contestato il richiamo al fascismo: «Continuare a parlare di fascismo, di nazismo è inaccettabile, sono categorie inapplicabili a questi ragazzi nati dal 2000 in poi, che si pongono problemi seri e hanno bisogno di risposte altrettanto serie e non di preconcetti e stereotipi del secolo scorso».
Gallarate città ospitale
Marco Colombo di Fratelli d’Italia ha preso le difese di Gallarate che conta il 15% di popolazione straniera a fronte di una media provinciale del 9%: «Non credo che Gallarate possa essere considerata una città poco inclusiva. In questa mozione si legge la condanna della remigrazione da parte di Forza Italia quando lo stesso Ministro Tajani porta gli immigrati in Albania». Per Colombo il dibattito di Villa Recalcati è inadeguato visto che Prefetto e Questore hanno autorizzato un evento che, quindi, aveva tutte le caratteristiche per essere svolto.
Per Sergio Ghiringhelli della Lega tutto il polverone sollevato contro l’evento di Gallarate è stato frutto di un atteggiamento buonista tipico della sinistra che si ostina a non vedere il pericolo che avanza: «Io non penso che l’identità di un popolo sia un mosaico di culture. La nostra identità sono le nostre radici».
Distinguere chi si integra e accetta le regole
Il dibattito si è poi concentrato sugli atteggiamenti negazionisti di molti dei relatori di Gallarate. Per il vicepresidente Giacomo Iametti di Forza Italia «togliere la parola è sempre un atto di grande illiberalità. Ma poi occorre distinguere le differenze sostanziali tra chi lavora da anni, paga le tasse, che non ha nulla a che vedere con la lotta al degrado». E su quest’onda si è inserito anche il Presidente Marco Magrini che ha ricordato le collaborazioni attive per accogliere e integrare, per formare direttamente nei paesi di origine, per poter favorire l’arrivo di manodopera qualificata che manca nel nostro Paese: «La mozione non è un atto contro Gallarate o il suo sindaco, ma contro quanto è stato detto in quella sala», ha chiosato Magrini.
Alla fine la mozione è stata approvata con i voti della maggioranza: le posizioni sono rimaste lontane, un po’ ingessate nel gioco di ruolo del consiglio.
Sfuma l’approvazione all’unanimità della mozione per richiedere il ripristino dei fondi della manutenzione viabilistica
È finito, invece, con l’abbandono della sala consigliare da parte dei consiglieri d’opposizione il dibattuto sulla seconda mozione che mirava a raccogliere l’unanimità su un tema scottate: la riduzione del 70% dei fondi (da 5 milioni a 1,5) a disposizione della Provincia per le manutenzioni delle strade. Per il consigliere Marchesi, dei Civici, era importante dare un segnale compatto di critica verso la decisione che mette in serio pericolo le opere future di manutenzione della rete viabilistica.
Per i consiglieri leghisti la mozione era inaccettabile perchè fondata su falsità in quanto il Ministero sta completando le attività per recuperare i fondi e mantenere la stessa erogazione. Il consigliere di Fratelli d’Italia Colombo ha contestato l’opportunità politica e istituzionale dell’atto promosso e firmato dal presidente stesso.
Al momento del voto l’uscita di scena dei consiglieri di opposizione e le parole di forte critica del presidente Magrini: «Questo è un gesto che dovete giustificare con tutti i varesini». La mozione è comunque stata votata, con i 10 voti della maggioranza.
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