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“Obiettivo Saronno ha ritirato la mozione, evidentemente, perché ritenuta “sprecata” a telecamere spente”

La consigliera comunale indipendente Marta Gilli sul Consiglio comunale dello scorso 29 novembre: "È andato in scena con l’ennesimo coup de théatre"

Saronno, il nuovo consiglio comunale

“Salvate il soldato Mimmo”. È con una citazione storpiata che inizia una nota pungente di Marta Gilli (nella foto di copertina), consigliera comunale indipendente di Saronno. L’argomento è relativo al caso politico sollevato dalla decisione del presidente del Consiglio comunale Pierluigi Gilli di dichiarare il dibattito in forma non pubblica di una mozione all’ordine del giorno, sulla base dell’articolo 43 del regolamento dell’assemblea pubblica.

“L’argomento della mozione presentata da Obiettivo Saronno era scottante, perché relativo al conferimento dell’incarico, pure a pagamento, di commissaria di concorso, addirittura, alla moglie di un Assessore, Mimmo D’Amato – si legge nella nota della consigliera Gilli -. La consigliera Rufini, in limine litis, dando voce al disagio della maggioranza (perché, come noto, i panni sporchi si lavano in famiglia), ha lanciato il sasso della seduta non pubblica; sasso, subito afferrato, al volo, dal Presidente e dalla Segretaria generale. La Segretaria generale, interpellata dal Presidente, ha infatti subito risposto “Io non ho alcun dubbio del fatto che questa seduta vada fatta in segreto”. Ma come, se non aveva dubbio alcuno, perché ha atteso il sasso della consigliera Rufini? Perché non ha informato – per tempo – il Presidente del suo non-dubbio-alcuno?”

La nota continua: “Il Presidente, dopo essersi ritirato in una sofferta camera di consiglio, ritenuto (ma questa non è una novità) che il caso in esame non fosse disciplinato dal Regolamento del Consiglio, ha deciso di tenere la seduta a porte chiuse. Eppure, il Regolamento del Consiglio, all’art. 43, recita: «il Consiglio, su proposta motivata, può deliberare, a maggioranza di voti, il passaggio in seduta non pubblica». Ma, anche se fosse stato vero che il “casus mimmi” non era disciplinato dal Regolamento, la decisione non era inappellabile – “così ho deciso, la decisione l’ho presa e non c’è discussione”, “sulla mia decisione non parla nessuno” –, perché l’art. 2 del Reg. medesimo dispone che: «Quando nel corso delle sedute si presentano situazioni che non sono disciplinate dalla legge, dallo Statuto e dal presente Regolamento, la decisione è adottata dal Presidente, sentito il parere del Segretario Generale, salvo immediato appello al Consiglio, qualora la relativa decisione non sia accettata da taluno dei Consiglieri, che può illustrare il motivo della sua contrarietà. Il Consiglio Comunale decide a maggioranza dei presenti senza discussione»”.

A conclusione una critica ad Obiettivo Saronno: “Quel che resta, dal punto di vista politico, è ben poco: Obiettivo Saronno ha deciso di ritirare la mozione, evidentemente, perché ritenuta “sprecata” a telecamere spente. Insomma, a loro non interessava nulla del merito, dell’amministrazione, del Consiglio comunale e della Città, per loro quel che conta è solo l’occasione di poter dare spettacolo. Ma, su questo, devono mettersi in fila!”.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 01 Dicembre 2022
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