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26 gennaio: gli alpini di Varese ricordano Nikolaevka, la battaglia finale della ritirata di Russia

Fu la "carica della disperazione" con cui le penne nere ruppero l'accerchiamento dei sovietici: una battaglia per tornare a casa e vivere in pace. Come nel 2021 non ci sarà pellegrinaggio, ma viene celebrata la Messa al santuario

Generica 2020

Gli alpini del Varesotto ricordano il 26 gennaio, l’anniversario di Nikolaevka: è la battaglia (1943) che fu il momento culminante della ritirata di Russia. La battaglia con cui gli alpini della Tridentina – con i resti di altri reparti alpini, di fanteria e tedeschi – ruppero l’accerchiamento sovietico. Non più per conquistare la terra altrui, ma per aprirsi la via verso casa, verso la salvezza. «Noi non combattemmo né per Mussolini, né per il Re, ma per salvare le nostre vite», scrisse Mario Rigoni Stern, tra i maggiori narratori della tragica epopea della ritirata.

La ricorrenza del 26 gennaio è sempre molto sentita anche a Varese, una delle province di arruolamento. I varesini destinate alle truppe alpine finivano allora nella Divisione Cuneese, ma dalla provincia di Varese molti furono arruolati anche in altri reparti inviati in Russia con l’Armir, in particolare il 3° Bersaglieri e il 37° Fanteria, ma anche l’Artiglieria a cavallo, le “Voloire” di Milano.

campagna di Russia
 Genieri della 124° Compagnia, IV Battaglione Misto Genio, impegnati nella posa di mine. Nel IV Genio era ad esempio arruolato l’alpino Angelo (qui la sua storia)

La Sezione di Varese dell’Associazione Nazionale Alpini onorerà anche questo l’anniversario, il 79esimo, della battaglia.
«Il tradizionale Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese, svolto l’ultima volta nel 2020 e poi sospeso a causa delle limitazioni legate alla pandemia da coronavirus Covid-19, non potrà avere luogo nemmeno quest’anno» dice l’artigliere da montagna Franco Montalto, presidente della Sezione di Varese, che riunisce 78 Gruppi locali su vasta parte del territorio provinciale. «Le restrizioni vigenti secondo il più recente Decreto sull’argomento, non consentono agli Alpini e Amici della Sezione di Varese di salire la Via Sacra come avvenuto in passato».

Un biglietto inviato dal fronte russo da Sergio Movalli, uno dei sette caduti in Russia dal piccolo paese varesotto di Taino (qui le loro storie)

In questo 2022 però non si rinuncia al momento più importante del pellegrinaggio: monsignor Giuseppe Vegezzi, vescovo ausiliare della Diocesi di Milano per la Zona Pastorale di Varese, celebrerà la S. Messa al santuario di Santa Maria del Monte, con gli alpini della Sezione.

Nikolaevka era un grosso villaggio lungo la ferrovia: qui i russi si erano schierati per chiudere la via della ritirata al Corpo d’Armata Alpino, che aveva presidiato fino ai primi di gennaio il Fronte del Don, mentre il resto delle truppe erano già in ritirata.
Gli alpini avevano già sostenuto duri scontri, ma la battaglia di Nikolaevka fu la battaglia definitiva per rompere l’accerchiamento: le truppe della Tridentina (unico reparto ancora ordinato) sostennero per tutti il giorno l’assalto al paese, appoggiati dagli ultimi resti dell’artiglieria e da qualche raro semovente della Wehrmacht. Centinaia di alpini caddero al celebre sottopasso della ferrovia, ancora oggi visitato dalle delegazioni italiane

Il ciclista della memoria a Nikolaewka
Il sottopasso della ferrovia a Livenka-Nikolaevka, in una foto di Giovanni Bloisi

Caddero quel giorno 3mila uomini, tra cui un generale. Sul campo di battaglia tornò a benedire i morti il cappellano del V reggimento Alpini, don Carlo Gnocchi, poi nominato beato.
Oggi il santuario del Sacro Monte di Varese, dove gli alpini della Sezione di Varese ricordano il 26 gennaio, ospita un’urna contenente la terra di Russia e anche una reliquia di don Carlo Gnocchi, proclamato beato. Al termine della celebrazione eucaristica, dopo la lettura della Preghiera dell’Alpino, anche quest’anno qui si terrà la commemorazione della battaglia.

Generica 2020

La tragica invasione dell’Unione Sovietica costò in tutto all’Italia 75mila morti e dispersi: uccisi in battaglia o dal freddo, scomparsi nelle neve. E poi ancora liquidati se non riuscivano a stare al passo nelle terribili “marce del Davai” verso i campi di prigionia, falcidiati dalle malattie e dalla fame nei campi sovietici (soprattutto nei mesi prima dell’estate 1943).

Le modalità della messa degli alpini di Varese per Nikolaewka

Considerata la massima capienza del Santuario, la cerimonia è stata organizzata per accogliere esclusivamente il Vessillo della Sezione di Varese e i Gagliardetti dei Gruppi, che occuperanno tutti i posti disponibili. «Va da sé che la cerimonia non sarà aperta ad altri fedeli, purtroppo, e che la condivisione con gli alpini e con le loro famiglie avverrà tramite la presenza di un solo rappresentante per ogni Gruppo».
Grazie alle strutture del Santuario di Santa Maria del Monte, sarà possibile seguire la cerimonia in diretta streaming attraverso il collegamento Youtube che ciascuno può trovare nella pagina dedicata dal sito www.sacromontedivarese.it

Il presidente della Sezione di Varese, Franco Montalto, con questa modalità ha inteso salvaguardare la sicurezza dei partecipanti, che saranno distanziati e indosseranno la mascherina come avviene ormai da molti mesi in occasione di tutte le celebrazioni religiose, onorando la memoria dei Caduti nella terribile battaglia legata alla località russa di Nikolajewka e di tutti i Caduti e dispersi nel corso della Campagna di Russia, dal 1941 al 1943.

Leggi anche – LE STORIE DELLA RITIRATA DI RUSSIA di VareseNews

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 25 Gennaio 2022
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