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Si torna in palestra: “Non vedevamo l’ora”

Con le riaperture è tornato a muoversi uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Una boccata d'ossigeno per i gestori, un momento di sport ritrovato per i clienti: il punto sulla ripartenza con la palestra "Athlon" di Saronno e la "Area Sport" di Uboldo

Generica 2020

La riapertura delle palestre è una boccata d’ossigeno per i gestori e un momento di sport ritrovato per tanti clienti, che aspettavano da tempo di tornare ad allenarsi tra tapis roulant e attrezzi.

La ripartenza del 24 maggio ha permesso a uno dei settori maggiormente messi in ginocchio dalla pandemia di tornare a muoversi e a carburare, recuperando un po’ di fiducia in vista dei prossimi mesi. Uno spiraglio di luce in fondo a un tunnel fatto di mesi di chiusure forzate.

Aspettando la riapertura di docce e piscine, abbiamo fatto il punto della situazione con due strutture del nostro territorio: la palestra “Athlon” di via Ferrari a Saronno, zona retro stazione, e la palestra “Area Sport & Fitness Club” di Uboldo.

«Siamo stati chiusi 212 giorni e avere la possibilità di riaprire è già un grande passo – ci spiega Simone, titolare della palestra Athlon -. Siamo ripartiti subito il 24 maggio, appena è stato possibile. Nella prima settimana la risposta dei clienti è stata buona, le persone che venivano prima della chiusura sono tornate adesso, compatibilmente con le limitazioni del periodo. È chiaro che la situazione non è comunque delle migliori, avevamo quasi 600 iscritti e ne abbiamo persi tanti. Inoltre il calo di clientela nel periodo estivo è normale, ma non abbiamo mai avuto livelli così bassi. Questa riapertura ci serve per carburare: il picco sarà a settembre, sperando di tornare a una riapertura completa, perché lavorare a meta è difficile».

Le misure di contenimento adottate dalla palestra di Saronno: «Abbiamo stabilito un numero limitato di utenti in base alla metratura dei nostri spazi, nella sala attrezzi e nelle sale corsi. Abbiamo tra le 10 e le 15 persone per ogni sala, sempre con obbligo di prenotazione. Non avendo la possibilità di spostare gli attrezzi, li abbiamo resi inutilizzabili con dei cartelli. Il tutto con la mediazione e la gestione dei nostri istruttori. Ad ogni modo è inevitabile che le regole limitino una ripresa a pieno regime».

Questione abbonamenti, rinnovi e iscrizioni: «Il problema più grande è il discorso dei voucher – prosegue ancora il titolare della palestra di via Ferrari -. Quando avevamo riaperto lo scorso giugno si poteva recuperare subito i mesi persi o avere un voucher per recuperare i giorni di abbonamento non usufruiti entro una data, che era fissata al massimo a un anno dalla riapertura. Quindi, di fatto, questa è la settimana in cui questo termine scade. Noi abbiamo comunque optato per i voucher cercando di andare incontro a tutte le richieste economiche, ci stiamo attenendo alla legge stabilita e ci sono state anche persone che hanno rifatto l’abbonamento. Qualche richiesta di rimborso c’è stata, ma il 99% delle strutture ha optato per il voucher e le persone hanno comunque compreso la situazione».

«Tanto è dipeso anche dagli aiuti economici che sono arrivati, pochi. Fortunatamente abbiamo la possibilità di riprovare e di vedere se entro un paio di anni riusciamo torniamo ai volumi di clientela abituali».

I clienti rispettano le regole e la maggior parte di loro non hanno rinunciato a fare il borsone e a tornare subito in palestra, ma c’è anche chi ha deciso di aspettare la seconda dose del vaccino per tornare ad allenarsi in totale sicurezza: «Le persone che vengono sono disposte a rischiare, ma c’è anche chi aspetta la seconda dose di vaccino – prosegue ancora Simone -. È certo che chi viene accetta le nuove regole, ma ci sono tutte le condizioni per fare le cose in sicurezza. È inevitabile che una percentuale di rischio ci sia sempre, ma complessivamente la situazione è positiva e c’è speranza».

L’altra faccia della medaglia è la possibilità di fare promozioni e di attirare le persone che, con le riaperture, hanno deciso di iniziare un percorso in palestra: «Abbiamo le nostre offerte per invitare nuove persone, per noi è comunque un’opportunità di fare promozione anche per chi si sta guardando intorno per iniziare ora con la palestra».

«C’è comunque bisogno di arrivare il prima possibile a una situazione di normalitàconclude Simone – e dispiace molto per chi non ha avuto la possibilità di ripartire. Per noi questo è un periodo di prova per vedere come va, nella speranza che le limitazioni possano essere tolte quanto prima».

Alla palestra Area Sport di Uboldo di via Manzoni le attività sono ripartite il 1° maggio nello spazio esterno a disposizione della struttura, prima della riapertura delle sale interne del 24 maggio.

Anche qui, la graduale ripresa lascia ben sperare: «Il 1° maggio abbiamo riaperto all’esterno spostando fuori tutti gli attrezzi – ci spiega Ercole, il titolare -. È stato un primo passo per riuscire a fare qualcosa e soprattutto per riassaporare il nostro lavoro».

«Dal 24 maggio siamo ripartiti anche all’interno – prosegue Ercole -. La prima settimana è stata un po’ così così, dalla seconda abbiamo notato un aumento numerico. La gente soprattutto all’inizio era titubante e chiedeva spesso rassicurazioni sulle precauzioni (ndr: niente doccia, mascherina sempre su, due metri di distanza in linea di massima mentre si pratica l’esercizio). Qualche piccolo problema lo abbiamo avuto con i corsi delle bambine, perché vengono accompagnate dai genitori e bisogna mantenere un numero massimo di persone all’interno della struttura. Ma tutto sommato stiamo andando bene».

Il titolare della palestra uboldese pone quindi un appello e una riflessione alla luce di una serie di misure di prevenzione che potevano essere applicate già nei mesi invernali.

Ripartendo con queste modalità già a partire da inizio anno, le palestre avrebbero evitato un periodo di stop così lungo: «Mi sento di fare un appello: non potevamo ripartire in questo modo già a gennaio? Tutte queste precauzioni potevano essere applicate molto prima, evitandoci un periodo di chiusura forzata così lungo».

Un po’ di timore resta, ma anche qui c’è il pieno rispetto delle misure di contenimento per un rientro in sicurezza: «È evidente che c’è ancora un po’ di preoccupazione e c’è ancora tanta prudenza – spiega ancora il titolare della Area Sport -. Da questo punto di vista c’è il pieno rispetto delle regole».

Il problema principale resta quello economico: «Siamo in difficoltà oggettiva, ma stiamo comunque garantendo i mesi persi ai clienti, perché i clienti vanno tutelati a prescindere e prima di qualsiasi altra cosa. Alcuni hanno addirittura rinunciato a recuperare i mesi persi e hanno fatto un nuovo abbonamento, per noi è stato un bellissimo gesto».

Lo staff della Area Sport prosegue il lavoro a pieno organico: nonostante le difficoltà del periodo, i dipendenti si sono adeguati a modalità di lavoro diverse durante i mesi di chiusura forzata: «I nostri istruttori sono stati straordinari nel lavorare nonostante le condizioni di questi mesi – conclude Ercole -. Noi non abbiamo mai fatto mancare prima di tutto la possibilità di lavorare ai nostri dipendenti e di questo siamo soddisfatti e orgogliosi».

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Pubblicato il 03 Giugno 2021
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