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Casa di Marta di Saronno, uniti per aiutare gli emarginati e i “nuovi poveri”

Viaggio all'interno della struttura di Saronno che accoglie ogni settimana 200 famiglie in risposta al bisogno alimentare. L'edificio di via Petrarca ospita al suo interno numerose associazioni con l'obiettivo di creare una rete di solidarietà per intervenire nei diversi bisogni dell'individuo

Generica 2020

Uniti per aiutare chi è nel bisogno. È questo lo spirito che contraddistingue Casa di Marta, struttura di Saronno che della cultura della solidarietà ha fatto la sua filosofia di vita. L’edificio è in via Petrarca ed è stato inaugurato nel novembre 2016, è gestito dalla Fondazione Casa di Marta e oggi ospita al suo interno numerose associazioni che offrono servizi caritativi e attività sociali diversi.

«L’anomalia è che abbiamo chiamato “casa” un palazzo di sette piani – racconta sorridendo Giulio Piuri, presidente della Fondazione Casa di Marta -. Abbiamo dato spazio a molte associazioni, che occupano degli spazi che gestiscono in modo autonomo, collaborando con noi. Riteniamo sia fondamentale costruire una rete di solidarietà, formata da associazioni che intervengono nei bisogni più svariati dell’individuo».

In Casa di Marta è possibile trovare risposta al bisogno alimentare attraverso l’Emporio della Solidarietà gestito dalla Cooperativa Sociale Intrecci, la Mensa dei Poveri dell’associazione Amici di Betania e la Società San Vincenzo de Paoli che ha da poco trasferito qui la propria sede per adeguare spazi e servizi alle nuove normative imposte dal covid. Non solo aiuto alimentare però, perché a Casa di Marta si offre anche un servizio di distribuzione abiti, giochi e oggetti per la casa, uno sportello lavoro e di educazione finanziaria, un servizio docce (attualmente sospeso per via della pandemia), un supporto allo studio grazie a docenti e volontari che mettono gratuitamente a disposizione il proprio tempo e una biblioteca con oltre 10 mila voluti, tavoli per leggere e studiare. Qui hanno sede anche diverse associazioni attive in ambito sociale.

Giulio Piuri e Francesca Volontè

Insieme al presidente Piuri ad accoglierci all’interno della struttura c’è Francesca Volontè, vicepresidente della Fondazione Casa di Marta. L’arrivo della pandemia ha messo la struttura di fronte ad una realtà diversa, dove gli obiettivi che sin da subito sono stati messi al centro di ogni azione sono stati quelli di garantire la sicurezza dei volontari e degli utenti e dare continuità ai servizi, soprattutto quelli fondamentali per le persone, come per esempio i servizi dedicati al bisogno alimentare. «Fin dai primi tempi di chiusura quello che si è cercato di garantire è stata la distribuzione del pacco, del sacchettino take away della mensa dei poveri e l’apertura dell’Emporio della Solidarietà, perché le persone continuano a mangiare nonostante ci sia il covid e privarle di quello vuol dire andare a peggiorare situazioni già fragili e difficili» spiega Francesca.

La pandemia è stata anche l’opportunità per intensificare e rendere più efficiente la rete solidale costruita attorno a Casa di Marta. Ogni settimana vengono accolte infatti circa 200 famiglie, che accedono ad uno dei servizi in risposta al bisogno alimentare. Numeri elevati che richiedono un continuo approvvigionamento dei magazzini. «Con il mese di aprile abbiamo lanciato la campagna “Io dono” – spiega Francesca -, con l’obiettivo di specificare alle persone quello di cui che c’è bisogno sia per il settore alimentare sia per quello relativo al ritiro dei vestiti. Questo per dare un valore in più a ciò che ci viene donato, nel senso che chi viene qui a donare sa abbiamo proprio bisogno di quello che porta».

Emporio della Solidarietà della Cooperativa Intrecci

Attivo a Saronno dall’ottobre 2017, l’Emporio della Solidarietà è un progetto sociale che prevede la raccolta e la distribuzione di beni alimentari di prima necessità alle famiglie bisognose del territorio. È organizzato come un vero e proprio supermercato: i prodotti sugli scaffali non hanno però un prezzo, ma un punteggio. L’utente, tramite una tessera punti caricata mensilmente in base alla grandezza del nucleo famigliare, può scegliere in modo autonomo i prodotti in base alle proprie esigenze. L’accesso avviene su segnalazione dei centri di ascolto Caritas di tutto il Saronnese e anche dei Servizi sociali dei Comuni: contatto con gli enti del territorio che per l’Emporio è fondamentale per creare una rete di aiuto che oltre ad offrire un supporto alimentare vuole accogliere la persona in difficoltà e condividere con lei un percorso per aiutarla a tornare ad essere autonoma.

«Le persone vengono prese in carico per un periodo massimo di un anno, questo per permette a più famiglie di accedere al servizio – spiega Salvatore Doria della Cooperativa Intrecci (in fotografia) -. Il collegamento con i Servizi sociali del territorio è importante, perché se dopo questo anno la famiglia dovesse avere ancora bisogno di un supporto ha un posto dove poter continuare un percorso di aiuto». Ad oggi l’Emporio ha in carico 80 famiglie per un totale di circa 250 persone: «Sicuramente il covid ha influito tantissimo su questi numeri – spiega Salvatore -, finora le leggi hanno un po’ calmirato la situazione, che sarà sicuramente più complessa quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti».

L’Emporio è gestito dalla Cooperativa Sociale Intrecci, legata alla Fondazione Caritas Ambrosiana. Importantissimo per la gestione del supermercato è il lavoro dei volontari, che sono l’anima del posto: «Si occupano dell’apertura, lo tengono aperto il sabato e accolgono le persone, ci danno un grande aiuto» evidenzia l’operatore. 

L’Emporio ha bisogno di una rete di appoggio per rifornire gli scaffali della propria struttura: «Caritas ci permette di avere un budget per fare la spesa, l’altro nostro grande partner è FEAD (n.d.r.Fondo di aiuti europei agli indigenti) legata all’Unione Europea, ogni anno ci accreditiamo presso il Ministero del Lavoro per poter accedere anche a questi tipi di aiuti – spiega Salvatore -. Collaboriamo poi molto con le scuole del territorio e cerchiamo di pubblicizzare la nostra realtà per ricevere donazioni di merce di magazzino che altrimenti verrebbe buttata».

Mensa dei Poveri Amici di Betania

Ilaria è responsabile della “Mensa dei Poveri – Amici di Betania”, realtà che a Saronno è presente da circa 20 anni. Il servizio è attivo a pranzo dal lunedì al sabato e viene gestito da circa 5 volontari ogni giorno. Con l’arrivo della pandemia a marzo dello scorso anno, la mensa era stata costretta a chiudere al pubblico e a sostituire la somministrazione del pasto nel refettorio con la consegna di un pacco alimentare sufficiente per sette giorni.

«Attualmente serviamo i pasti nella modalità take away – spiega Ilaria (in fotografia) -. Ad ottobre 2020 dopo il periodo più intenso di pandemia avevamo riaperto la mensa in presenza, però poi con l’aggravarsi ulteriore della situazione sanitaria abbiamo dovuto cambiare modalità di somministrazione, quindi attraverso la ditta che ci fornisce i pasti ogni giorno prepariamo un primo, un secondo e un contorno caldo che mettiamo nelle vaschette, che le persone si portano via e consumano all’esterno».

I pasti serviti giornalmente oscillano tra i 25 e i 35. «Ora si sono affiancate nuove tipologie di utenti, persone che magari prima della pandemia non avrebbero mai chiesto aiuto o non si trovavano nelle condizioni di chiederlo e che si sono trovate senza lavoro. Rispetto al periodo pre pandemia i numeri si sono alzati».

Società San Vincenzo de Paoli

All’interno di Casa di Marta ha trovato da qualche mese una nuova sede anche la Società San Vincenzo de Paoli, storica associazione di Saronno presente sul territorio da ben 120 anni.

Come ci racconta la presidente dell’associazione Marinella Pezzoni (in fotografia) oltre alla distribuzione del pacco alimentare la San Vincenzo offre un servizio di ascolto degli utenti che ha in carico: «Usiamo come mezzo il fatto di distribuire gli alimenti per poter parlare a queste famiglie e sentire le loro necessità, ed è questo che fanno le nostre volontarie. A causa del covid questa attività è stata rallentata moltissimo e abbiamo continuato a farlo telefonicamente, anche se non è la stessa cosa».

L’associazione si rifornisce al Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus di Muggiò e riceve anche molte donazioni grazie alle quali riesce attualmente a preparare 130 pacchi per famiglie. «Vengono ogni 15 giorni 60 famiglie a ritirare il pacco, diamo i generi alimentari di prima necessità oltre a frutta e verdura che ci viene donata da persone molto generose – racconta Marinella -. Con il covid è aumentato il numero dei nostri utenti, oltre agli utenti storici, persone fragili e quindi bisognose da sempre, si sono aggiunte le famiglie che sono attualmente in stato di difficoltà perché hanno perso il lavoro: sono famiglie che prima stavano relativamente bene e che prima in qualche modo riuscivano ad arrivare a fine mese, adesso invece non riescono proprio».

 

 

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Pubblicato il 20 Maggio 2021
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