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Scoperto un “circolo privato” di sfruttamento della prostituzione

L'indagine dei carabinieri che è ancora in corso è partita dalla denuncia di una giovane donna rimasta vittima di violenza

La denuncia di una giovanissima donna, che nei mesi scorsi aveva raccontato ai carabinieri di essere stata violentata, ha consentito di svelare un giro di sfruttamento della prostituzione. I militari, coordinati dalla procura delle Repubblica di Monza, sono risaliti così all’organizzazione che sfruttava ragazze italiane e albanesi, costrette a vendersi all’interno di un circolo privato – adibito a nightclub – a Varedo in provincia di Monza e Brianza, posto sotto sequestro. Sette arrestati (6 in carcere ed uno ai domiciliari) di nazionalità italiana ed albanese nelle province di Varese, Milano, Monza Brianza, Como, Lecco e Alessandria. 

LE INDAGINI
Tutto ha avuto inizio qualche mese a quando i carabinieri di Saronno hanno soccorso una giovane donna in un’abitazione: la ragazza lamentava di essere stata violentata. «Mi hanno drogata e obbligata a bere alcolici», aveva detto ai militari in stato confusionale.
I carabinieri del reparto operativo di Saronno cominciano a indagare sulle abitudini della vittima (che nel frattempo ritratta parzialmente la sua denuncia) e risalgono a luoghi e frequentazioni della giovane, che gravitano attorno a un locale di Varese, in provincia di Monza e Brianza, dove poco per volta emerge il lavoro di un’organizzazione che assolda giovani in stato di necessità per avviarle alla prostituzione.

L’ORGANIZZAZIONE
Secondo i militari i promotori dell’associazione erano due calabresi di 74 e 47 anni, padre e figlio residenti in Brianza. Destinatati delle misure emesse dal Gip di Monza anche una donna di 28 anni compagna del figlio a cui erano intestati conti correnti su quali venivano fatti transitare i soldi frutto delle attività di sfruttamento, oltre a un 49enne ritenuto il gestori degli affari per conto di padre e figlio. Inoltre nei guai sono finiti due albanesi e un italiano che si occupavano della gestione del locale e fungevano da autisti per accompagnare le ragazze al night.

LA VASCA DA BAGNO
Il locale aveva una ribalta e un retroscena: nella parte “front office“ i clienti consumavano o cenavano, mentre da un passaggio defilato si arrivava nel retro dove una grande vasca da bagno idromassaggio accoglieva gli avventori dei giri proibiti: era lì dove si consumavano i rapporti sessuali.

IL CLUB
Il locale – di fatto un capannone nella periferia del centro brianzolo –  era organizzato come un club privato con ingresso riservato ai soli soci che potevano accedere su cooptazione da parte dei proprietari. L’interno era diviso in sale e privé tra cui la “Vip room“, appunto la sala con l’idromassaggio. Al momento dell’irruzione dei carabinieri della compagnia di Saronno, coadiuvati dai colleghi delle altre compagnie interessate, l’attività era aperta senza contemplare minimamente le normative in materia di prevenzione all’epidemia di Covid-19

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 30 Maggio 2020
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